A Roma, dal 16 febbraio al 12 aprile 2015, nel Palazzo del Quirinale è possibile visitare la mostra Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Bronzino e Pontormo, ecco tutti i dettagli sull’esposizione che interesserà altre città italiane.
È stata inaugurata a Roma lo scorso 16 febbraio, nel Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, la mostra Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Bronzino e Pontormo; un’esposizione che vede di nuovo insieme i venti arazzi commissionati da Cosimo I de’ Medici ai due artisti fiorentini e realizzati nella metà del XVI secolo dalla manifattura granducale. La mostra, curata da Louis Godart, e promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Milano e dal Comune di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Bracco, il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ed Expo 2015, appare come una riunificazione senza precedenti dei preziosi panni monumentali. Difatti, gli arazzi, che erano stati ripartiti tra Firenze e Palazzo del Quirinale nel 1882 per volere dei Savoia, tornano insieme dopo circa centocinquanta anni ed in seguito ad un lungo e complesso restauro a cura dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze e il Laboratorio Arazzi del Quirinale.
Le opere raffigurano i capitoli della Genesi (37-50) nei quali è descritta la storia di Giuseppe, figlio favorito di Giacobbe che, attraverso il suo intelletto e nonostante le avversità derivate dagli inganni dei fratelli, riesce a riscattarsi svolgendo una fulgida carriera politica e adottando una clemenza impareggiabile che lo porterà a perdonare anche il tradimento subito. La storia vuole che Cosimo I nutrisse una profonda ammirazione per la figura di Giuseppe (poiché vedeva trasposte in lui le vicissitudini della dinastia dei Medici), tanto da far realizzare i venti panni, commissionando i disegni preparatori prima a Jacopo Pontormo, che non incantò particolarmente la corte, e poi al suo allievo Agnolo Bronzino che strutturò gran parte dell’impianto narrativo. Dai cartoni realizzati anche da Francesco Salviati e attraverso la tessitura dei maestri arazzieri fiamminghi, Nicolas Karcher e Jan Rost, tra il 1545 e il 1553 fu realizzata una delle più pregevoli testimonianze dell’arte rinascimentale. Il complesso tessile, creato per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze, si configura come l’esempio di un’arte di corte raffinata che incoraggia le forze di produzione artigianale, istituendo anche apposite manifatture. In questo periodo, infatti, Firenze è un centro attivo e prospero e Cosimo I promuove sia la produzione industriale che la cultura e le arti. Ne consegue il carattere aulico dell’arte dell’arazzo, ma anche delle stoffe, delle pietre dure, della ceramica e dell’oreficeria della corte medicea, che vengono elaborate al massimo livello di qualità e dimostrano il grado di sofisticazione, di cultura e preparazione tecnica di un sistema produttivo ideato in virtù di un progressivo miglioramento delle competenze.
La ricerca della perfezione assoluta nelle arti a Firenze, sia nelle modalità con le quali si esprime un concetto che nei processi di realizzazione, condurrà artisti di grande fama a collaborare con i maestri artigiani, fornendo, appunto, disegni e modelli; e il Bronzino e il Pontormo rientrano a pieno titolo in questo processo che è innanzitutto culturale: lo fanno altresì sviluppando una proficua collaborazione che vede il primo, accogliere e accentuare le novità artistiche apportate dal secondo. Per gli arazzi i due artisti realizzano una ricerca che guarda alla purezza delle forme, alla qualità raffinata dei colori, dell’aspetto degli oggetti, degli ornamenti e delle vesti. Quel gioco di luci e ombre, così simili nell’intensità e appena distinguibili, le vesti aderenti ai corpi, in una traduzione immediata del disegno del nudo in immagine dipinta, e le ambientazioni innaturali con i personaggi disposti secondo una composizione teatrale, denotano un’investigazione il cui fascino ci chiarisce l’acuta maestria nell’utilizzo delle forme, dei volumi e dello spettro cromatico, tradotti poi abilmente dai maestri arazzieri. In altre parole, possiamo affermare che l’esposizione ci restituisce, in tutta la sua completezza, la narrazione di una scena di sofisticata cultura e raffinato intellettualismo, tipico del Manierismo toscano. La mostra sarà visitabile a Roma fino al 12 aprile prossimo e, di seguito, sarà riallestita prima nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, dal 29 aprile al 23 agosto in concomitanza con l’Expo, e poi nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dal 16 settembre al 15 febbraio 2015. L’ingresso alla mostra è gratuito.
Per info: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/artecultura/mostre/2015_02_Giuseppe/giuseppe_home.htm
Livia Paola Di Chiara