Il problema non è Berlusconi, ma abbiamo fatto finta di dimenticarcelo: il problema è l’Italia, le forme che qui da noi assume il potere, la sua natura grottesca, le sue maschere eterne e le sue distorsioni postmoderne. Ad affermarlo Filippo Ceccarelli che nel suo libro “Come un gufo tra le rovine”, che esce oggi per Feltrinelli, annota i detriti della cronaca, le note di colore, le comparsate ai margini o al centro dell’agone; ritaglia i giornali, spigola sui blog, colleziona il gossip. Il questo libro ci mette davanti agli occhi il Carnevale senza fine dell’Italia prima ottimista e poi austera, ma sempre buffa e repellente allo stesso tempo. Ci vuole davvero lo sguardo di un gufo che si aggira tra le rovine per mettere in fila i fatti minuti, le improvvise epifanie, le dichiarazioni ingenuamente rivelatorie, le inconsapevoli figuracce, le battute e le offese, i rifiuti, i frammenti e le frattaglie degli ultimi anni di questa sciagurata Seconda Repubblica. Un arazzo intessuto di crudeltà, pietà e humour nero, in cui ogni brandello è una sorpresa, oppure il soprassalto di un ricordo, o l’anacronistica rivelazione di ciò che poi sarebbe inesorabilmente accaduto.
Filippo Ceccarelli (Roma 1955) lavora a “la Repubblica”. Per Longanesi ha pubblicato Il letto e il potere. Storia sessuale della Prima Repubblica (1996, 2007); Lo stomaco della Repubblica. Cibo e potere in Italia dal 1945 al 2000 (2000); Il teatrone della politica. Come lo spettacolo ha preso il potere (2005). Per Feltrinelli, nel 2010 è uscito La suburra. Sesso e potere: storia breve di due anni indecenti.