Lunedì 12 maggio 2014 è calato il “sipario” sulla ventisettesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino e i dati diramati nella conferenza stampa di chiusura hanno confermato alcune sensazioni che avevamo percepito nettamente. Innanzitutto l’aumento dei visitatori, che batte ogni record del passato, con circa 340mila presenze rispetto alle 330mila dell’edizione 2013. Numeri da capogiro. Ma il dato più confortante è sicuramente quello relativo alle vendite dei libri, che ha visto un aumento che si attesta mediamente tra il 10 e il 20 per cento. Alcune case editrici sono arrivate addirittura a un più 35 per cento, come il gruppo RCS e a un più 50 per cento nel caso della Sperling & Kupfer. Non a caso, quest’ultima è la casa editrice del libro di Sveva Casati Modigliani, “La moglie magica”, che è stato da subito in testa alle classifiche di vendita, dentro e fuori il Salone.
82mila i visitatori che hanno assistito agli incontri nelle principali sale congressi del Lingotto, in alcuni momenti insufficienti a contenere tutte le persone in fila per partecipare a quelli di maggior interesse. In questo caso ne siamo stati diretti testimoni e il dato ufficiale di un più 15 per cento rispetto all’edizione precedente non ci sorprende. Il padiglione 3, non avevamo dubbi, è stato quello che ha ottenuto maggiore curiosità, con il suggestivo cupolone di libri (progettato da Roberto Pulitani) ad indicare la presenza dello spazio dedicato al Paese ospite d’onore, la Santa Sede. Numerose opere d’arte esposte, come sculture e frammenti marmorei provenienti dai Musei Vaticani, alcuni pezzi pregiati come i manoscritti dell’Inferno di Dante e l’Iliade di Omero in greco e latino, oltre alla presenza massiccia e preziosa della Libreria Editrice Vaticana, hanno attirato (e venduto) in ogni giorno di esposizione.
Con soddisfazione, registriamo anche i dati che pervengono dal padiglione 1, dedicato interamente all’editoria indipendente, con la macrosezione Officina – Editoria di progetto curata dallo scrittore Giuseppe Culicchia, che sin dal primo giorno avevamo additato come il più innovativo e accogliente degli ultimi anni.
Con i suoi ampi spazi e il riposante colore blu che lo contraddistingueva, ha dato modo di farsi conoscere a 250 piccoli editori. Occasioni di confronto con il pubblico, il bellissimo spazio della Regione Piemonte con la sua Arena, l’Independent’s corner, i Mezzogiorno di fuoco della poesia, i grandi incontri nella Sala Rossa, tutto ha contribuito al suo successo. Come ogni anno, anche il Bookstock Village, dedicato ai più giovani, ha fatto registrare un boom di presenze, in alcuni casi (come abbiamo raccontato nei giorni precedenti) anche pericolosamente. Una fucìna di idee, di iniziative, di laboratori per i più piccoli, veramente un luogo in cui si respira l’operosità incessante, senza momenti di stanca.
Un Salone seguitissimo dai media, come mai. Gli operatori dell’informazione sono stati 2.762, provenienti dall’Italia, dalla Città del Vaticano, Brasile, Bosnia, Arabia Saudita, Croazia, Egitto, Gran Bretagna, Francia, Germania, Paesi Bassi, Romania (Paese presente con un grande stand), Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria. Una copertura mediatica impressionante, anche per mezzo di radio e televisioni. La Rai, con un suo spazio all’interno del Salone, ha dato ampio risalto alle giornate con diversi collegamenti nelle sue trasmissioni. Doveroso rendere omaggio anche al cosiddetto “Salone digitale”. Il bellissimo sito ufficiale salonelibro.it è stato un prezioso alleato sia per noi, coinvolti direttamente, sia per chi non ha avuto la possibilità di esserci fisicamente. Gallery fotografiche, video, TG del Salone, notizie giornaliere, davvero un grande lavoro. E rimanendo in campo digitale, grande successo ha riscosso la App del Salone, con 22.000 nuovi download, nonché il profilo facebook relativo, passando dai 23.000 “mi piace” del 2013 ai 35.000 di quest’anno, generando una portata complessiva di circa 9 milioni di contatti!
Da non dimenticare i 500 eventi del Salone Off, le iniziative legate al Lingotto che si svolgono nella città di Torino e che portano eventi, scrittori, spettacolo, libri, in circa 200 location nel capoluogo piemontese e anche in 6 Comuni limitrofi.
E se qualche problema c’è stato nell’organizzazione, a mente fredda si può perdonare tranquillamente. Non deve essere stato facile affrontare una massa di persone, come si è vista nei giorni della kermesse (specialmente il sabato) senza che qualcosa non andasse per il verso giusto. Un plauso ai tanti ragazzi del servizio interno, in piedi dalla mattina alla sera.
Ma, aldilà dei dati statistici, quello che mi porto via da Torino in questa ventisettesima edizione, è il piacere di aver visto tanti giovani visitatori e tutti attenti, tutti vogliosi di conoscere, disposti a sopportare file interminabili per ascoltare un autore, o un filosofo, una presentazione, o un dibattito. Vederli tantissimi seduti per terra per non essere riusciti a entrare in qualche sala, intenti ad ascoltare dagli altoparlanti esterni le dissertazioni dei relatori, è stato commovente e incoraggiante per il futuro. Una gioventù, dunque, non indifferente alla cultura e alla conoscenza. Ragazzi disposti a fare piccoli sacrifici per incontrare maestri del pensiero; uomini e donne di Cultura. Che bel segnale, più importante di ogni altro dato statistico!
Paolo Leone