A Lograto, in provincia di Brescia, presso Villa Morando, dal 13 al 30 ottobre, si terrà la mostra “Pop Art. Made in Italy”, con la presentazione critica di Alberto Gross. Saranno esposte le opere degli artisti: Cristiano Mancini, Dejavu Giulia Ferretti, Oddo, Roberta Diazzi, Rubens Fogacci e Susanne Seilkopf. Il ricavato dell’esposizione, patrocinata dal comune ospitante e organizzata in collaborazione con l’Accademia Santa Giulia, sarà devoluto all’associazione Laboratorio Pedagogico e Ricerca Biomedica ONLUS.
“Il Pop è amore, perché accetta qualunque cosa. Il Pop è sganciare la bomba”. Queste parole di Robert Indiana – tra i massimi esponenti della popular culture americana – bene lasciano intuire uno degli aspetti basilari della Pop Art, ad ogni latitudine e all’interno di ogni fenomeno espressivo: la contraddittorietà. La sua evoluzione si presenta come una infinita catena di rivoluzioni che si trascina dietro il bellicoso clangore dell’avanguardia, così come la pacifica rappresentazione della reiterazione, nella stupefacente magia dell’uniformità. Ciò che è pop vive e si produce nell’istante: non esiste una dimensione perdurante, non c’è prospettiva storica se non momentanea. La possibilità della riproduzione in serie dell’opera d’arte rinuncia – paradossalmente – a qualsivoglia ipotesi di eternità, permettendo però di accettare e mettere a frutto una sorta di arricchimento permanente del materiale visivo. Uno straordinario tentativo di assimilazione e rappresentazione onnicomprensiva che sottolinea e rende oggetto – a volte anche al di là ed oltre le proprie intenzioni – i meccanismi sottesi alla società contemporanea. Il contesto sociale entro il quale l’opera nasce e si sviluppa non è meno importante dell’oggetto in sé: ciò che è non è nient’altro che ciò da cui proviene, e non potrebbe essere altrimenti – parafrasando “Candidamente” Voltaire -. Non esistono scuole o linee guida che possano riprodurre uno “stile” pop, ma soltanto una percezione allargata della realtà in grado di capitalizzare gli effetti di un immaginario visivo universale e restituire loro energia vitale. Gli artisti riuniti in questa mostra raccolgono – per intera – tale eredità come la naturale evoluzione di un modo di fare arte che in alcun modo potrebbe ripetere convenzioni iconografiche o immagini stereotipate, vivendo – l’immaginario pop – della rappresentazione mutevole della contemporaneità. Nel corso dei decenni si sono modificate le tecniche, i mezzi e i procedimenti espressivi, si sono sbriciolati e confusi i referenti ultimi dell’opera d’arte, si è affinato un particolare tipo di percezione visiva: ciò che è rimasta intatta è quella variegata diversità del molteplice che tiene artisti tanto lontani fra loro in equilibrio sopra una medesima linea narrativa. E’ il momento sintetizzato nella visione dell’immagine, una forza che muove dall’interno per liberare la potenza eversiva della propria generosità. Perché Pop è tutto quanto è anche il suo contrario, è ciò che si agita nell’esagerazione e risale dal precipizio, è “popolare, effimera, ironica, ingegnosa, sexy, giovane”. (R. Hamilton)
Alberto Gross
NOTE
Orari di apertura: lunedì – martedì – mercoledì – venerdì: 9:00 – 12:30 martedì – giovedì: 14:00 – 17:00
A cura di Deborah Petroni, Rubens Fogacci e Davide Foschi
Promossa da Silvia Landi
Coordinamento di Cristina Zanardi
Progetto allestimenti di Marco Gallia
Allestimenti di Nadia Bonometti
Ufficio stampa: Mariachiara Gallia e Michele Gallia