“[…] Lo aiuto ad abbottonarsi la camicia e a tirare su la lampo dei pantaloni. Dopo qualche minuto finalmente riusciamo a uscire dal suo appartamento. Per scendere le scale lo tengo per un braccio […]“. Un padre e un figlio. Il padre è Bernard Madoff, accusato di aver trasformarmato la sua attività di brokeraggio a New York in un’impresa familiare, dando vita al più grande scandalo finanziario di Wall Street. La storia di Madoff è al centro di un romanzo, tutto italiano, dal titolo embletatico “Come vivevamo felici” (Giunti editori) di Massimiliano Governi, scrittore romano che ha pubblicato altri libri, come Parassiti (Einaudi, 2005) o Chi scrive muore (Bompiani, 2011). In questo nuovo libro l’autore racconta, usando la forma del diario, con flashback continui, la storia del broker americano, visto però da suo figlio che, dopo un anno dall’arresto del padre, viene trovato morto suicida a Manhattan. Il narratore ripercorre anno per anno in maniera lucida il prima e il dopo, la felicità e il dolore, ma anche la consapevolezza di aver agito nell’illegalità.
“[…] La vecchia rimane immobile per qualche secondo secondo, sembra stringere il manico del carrello con ogni fibra dei suoi poveri muscoli, poi dice sdegnosamente: «Che cos’ha da essere tanto disperata, me lo dica. S’è presa i nostri soldi e quelli di migliaia di altri poveri cristi. Ha la villa, porta la pelliccia, fa la bella vita. I suoi figli sono a casa, e non in galera dove dovrebbero essere» […]”.
Il senso di colpa trapela in ogni pagina fino a quelle parole pronunciate in tv quando il corpo del narratore viene scosso da un tremido. E… la decisione è ormai presa! Massimiliano Governi nel suo romanzo tocca le tematiche più spinose che riguardano la società contemporanea, sempre più soggetta alle leggi spietate della Finanza, con uno stile asciutto.