“Proprio nel momento in cui viene assalita dalle forze della natura, la ragazza nera si ritrova in mezzo a un fuoco incrociato di pregiudizi maschili, odio immotivato da parte dei bianchi e impotenza dei neri”.
Io so perché canta l’uccello in gabbia
Ho sempre pensato che l’infanzia fosse, per sua natura, il tempo della cura e della stabilità, e che l’adolescenza fosse, sempre per sua natura, l’età delle sfide e degli ostacoli da superare. Ma purtroppo c’è chi al mondo non ottiene né l’uno e né l’altro. Bambini fatti crescere in fretta perché vissuti in un clima di violenza e paura. Adolescenti coccolati fino all’eccesso in certe realtà familiari tanto da trovare proprio negli eccessi meno salutari e poco formativi le sfide di cui necessitano per poter crescere ed evolvere. Eterne contraddizioni. E poi c’è chi è invisibile sia da bambino che da adolescente, come la protagonista di questo romanzo che sto per recensire.
Io so perché canta l’uccello in gabbia: recensione
Marguerite è solo una bambina, quando viene ‘spedita’ insieme al fratello Bailey dalla nonna paterna, che chiamerà Momma, in un paesino di campagna, nel Sud segregazionista degli Stati Uniti d’America dove i neri pregano e cantano di sera per smorzare le fatiche e le miserie del giorno. Ed è ancora una bambina quando il patrigno abusa di lei dopo essere tornata in California dalla mamma. Tra libri, scritti da bianchi, mille insicurezze e domande che ha paura di fare alla nonna – che confida in un Dio misericordioso verso i neri ma geloso e punitivo nei confronti di quanti trasgrediscono la Legge – la protagonista di Io so perché canta l’uccello in gabbia di Maya Angelou capisce che deve lottare per ottenere ciò che desidera in una società che la considera un essere inferiore per il colore della pelle.
Marguerite trascorre, prima di trasferirsi di nuovo dalla mamma a San Francisco, un altro periodo con Momma e lì capisce che si può anche morire per l’insopportabile dolore causato da un dente cariato fino alla radice che un dentista bianco si rifiuta di toglierle perché è nera.
Io so perché canta l’uccello in gabbia è un romanzo di formazione potente. Pubblicato nel 1969, il libro è un classico della Letteratura afroamericana. La storia raccontata è autobiografica e la cosa sorprendente è che l’autrice non emette giudizi, perché riesce ad inquadrare il contesto, collocandovi i personaggi principali, senza una presa di posizione data dalla rabbia e dal desiderio di rivalsa di chi racconta il proprio punto di vista su vicende vissute personalmente.
Maya è infatti Marguerite. Nata a St. Louise nel 1928, Angelou è morta nel 2014 lasciando un’autobiografia divisa in sette parti, numerosi libri per bambini, alcune raccolte di poesie e tre saggi. E’ stata ballerina, sceneggiatrice e attrice, oltre che scrittrice e poetessa. Maria Ianniciello