Quando Moliere scrisse “Il Malato immaginario”, conosceva tutti i rischi e i pericoli dell’ipocondria, una malattia che all’epoca era considerata pura pazzia. Argante, il personaggio principale della commedia di Moliere, fa di tutto per far sposare sua figlia con un medico, che possa curare, in qualsiasi momento, i suoi falsi malanni. L’ipocondria è dunque un male antico, ma da dove nasce e come si cura questa patologia che fa diventare schiavo di esami e di cartelle cliniche chi ne soffre? Ce lo spiegano Hans Morschitzky, psicoterapista e psicologo, e il divulgatore scientifico Thomas Hartl. E lo fanno con un libro edito da Urra e uscito nelle librerie italiane il 28 maggio. Il testo si intitola “Guarire la malattia che non c’è – Guida di sopravvivenza per ipocondriaci”. Gli autori scrivono non solo di ipocondria ma anche di patofobia, ovvero la tendenza a evitare cure e visite mediche per timore della malattia. Due facce, dunque, della stessa medaglia. Ma guarire è possibile guardando in faccia la paura che, per essere vinta, va prima compresa. In questo libro quindi una serie di rimedi per affrontare questa fobia e superarla.