Azzurro Amianto, nel romanzo di Emilia Bersabea Cirillo la storia dell’Isochimica

Azzurro Amianto, recensione del romanzo

Certe vicende di ingiustizia e disonestà restano nei trafiletti delle pagine dei giornali nazionali o peggio nella cronaca locale, senza mai davvero scuotere le coscienze. Certi fatti, che dovrebbero essere di dominio pubblico nazionale, diventano troppo spesso polvere da nascondere sotto il tappetto, proprio come la polvere di amianto che è la protagonista del libro ‘Azzurro amianto’ (Le plurali) della scrittrice irpina Emilia Bersabea Cirillo. Un fatto drammatico di cronaca locale è il filo conduttore di un romanzo sconvolgente e coinvolgente che dà la parola in primis alle donne per raccontare una storia molto intima e allo stesso tempo collettiva. Infatti, a fare da sfondo al libro è la triste vicenda dell’Isochimica, la fabbrica di Amianto che fu aperta negli anni Ottanta in Irpinia.

Isochimica. La vicenda

Nel quartiere Ferrovia di Avellino centinaia di operai, soprattutto di giovane età, rimossero in un anno (per poco meno di dieci anni) amianto a mani nude da oltre 300 carrozze delle ferrovie dello Stato, senza presidi di sicurezza, in un luogo che presto sarebbe diventato malsano anche per gli abitanti del quartiere stesso e forse di tutta la città.

L’amianto è molto pericoloso per la salute umana. Le sue fibre, una volta entrate in profondità nell’apparato respiratorio, restano intrappolate nei polmoni, perché sono resistenti alla degradazione, e potrebbero causare nel tempo mesoteliomi e gravi insufficienze respiratorie. Ad oggi, secondo i PM di Avellino, sono morti per le inalazioni 33 operai ma si ritiene che le vittime siano di più e che tutto il quartiere, dove era ubicata la fabbrica, sia a rischio.

L’Isochimica – che fu aperta da Elio Graziano – venne chiusa solo dopo il 1989 grazie alle indagini del pretore di Firenze, Beniamino Deidda. La fabbrica in poco tempo divenne uno dei più grandi giacimenti d’Amianto d’Europa. I vagoni arrivavano ad Avellino e poi, una volta bonificati, giungevano a Firenze. A inizio 2022, dopo quarant’anni, sono arrivate quattro condanne con l’assoluzione di tutta la classe politica avellinese di allora. Per le famiglie degli operai deceduti, è stato previsto un risarcimento di cinquantamila euro.

Il romanzo

‘Azzurro Amianto’ di Emilia Bersabea Cirillo è liberamente ispirato alla vicenda dell’Isochimica. L’autrice inventa storie verosimili regalandoci un finale intenso e inaspettato che, rievocando i migliori disaster movie, dovrebbe indurci a riflettere sulle responsabilità individuali e collettive per quanto riguarda la tutela dell’ambiente.

La protagonista del libro è Beatrice, che dopo aver lasciato Firenze e la figlia Bianca, che ha un grave deficit cognitivo, torna ad Avellino, nella sua città natia. Lei proviene da una famiglia benestante e, grazie alla cugina Maria Nives, che è presidente di un’associazione di volontariato, riconosce nella disperazione di due donne (Ausilia e Matilde) – che vivono proprio nel pericoloso sito dell’ex fabbrica di amianto – una parte di sé. Decide di aiutarle a ricostruirsi un futuro proprio perché forse è incuriosita dai loro modi bruschi che le riportano alla mente la figlioletta Bianca, chiusa in un Istituto in quel di Firenze.

Isochimica
Trovi il libro qui

Nel quartiere Ferrovia la protagonista conosce anche un ex sindacalista e un parroco attivista. Mediante la vicenda dell’Isochimica (nel libro la fabbrica ha un altro nome), che sconvolgerà le esistenze di tutti in città, Beatrice impara a prendersi cura di una parte vitale di sé, guardando in faccia passato e presente senza paura. ‘Azzurro amianto‘ è un romanzo delicato e dirompente allo stesso tempo. Con una scrittura filmica, l’autrice narra una storia di provincia che provinciale non è perché ci accomuna e coinvolge tutti e tutte! Almeno dovrebbe. Da leggere. Maria Ianniciello

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto