L’emozione in ogni passo, libro di Fioly Bocca

“L’emozione in ogni passo” (Giunti) è il secondo romanzo di Fioly Bocca che, attraverso la storia di due donne e dei personaggi che fanno parte delle loro vite, narra la passione, lo smarrimento, la voglia di ricominciare e quella di spegnersi di ogni essere umano. “«Fernweh», dice Frida che è nostalgia per posti in cui non si è mai stati, la malattia di tutti i viaggiatori” scrive Alma nel suo quaderno azzurro, fedele compagno durante il Cammino che la porterà a Santiago de Compostela. Eh già, la nostalgia del non aver vissuto, del non aver visto, del non aver provato rappresenta un costante leitmotiv di questo coinvolgente romanzo letto tutto d’un fiato. Frida e Alma, due donne molto diverse tra loro, s’incontrano lungo il Cammino, quello raccontato nel famoso libro di Paulo Coelho. Età diverse, esperienze lontane, città d’origine differenti eppure la condivisione del loro dolore porterà le due protagoniste a viaggiare all’unisono.

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“L’emozione in ogni passo” di Fioly Bocca è suddiviso in 17 capitoli ed è un susseguirsi di flashback e di presente che si alternano regalando al lettore una conoscenza sempre più approfondita di Alma e Frida e delle loro esperienza. Lucio Battisti, Paul Éluard, Italo Calvino, Irène Némirovsky e Jorge Luis Borges sono solo alcuni di coloro i quali hanno saputo ispirare, con le loro riflessioni, la scrittrice: molti dei titoli dati ai capitoli del libro riprendono delle frasi dette, scritte o cantate da questi grandi uomini e donne proprio per ricordarci che la letteratura, la musica e l’arte non fanno altro che tradurre in linguaggi diversi lo stesso universo di sensazioni che caratterizzano l’umano. Alma, delusa da una storia d’amore che sembrava prometterle infiniti attimi felici, decide di partire dalla sua Bologna per ripercorrere tutte le tappe del Cammino di Santiago affrontate dall’uomo di cui è innamorata, Bruno. Frida, distrutta dalla morte di suo marito Manuel, medico senza frontiere in Siria, abbandona il suo lavoro, fino ad allora gratificante, di psichiatra e decide di affondare nelle esperienze vissute dal marito con l’obiettivo di “assemblare ricordi” per restare ancorata al passato evitando di affrontare il presente. Il viaggio diventa nel romanzo una metafora della vita, un messaggio di catarsi e un invito ad affrontare il dolore. E il Cammino di Santiago è “un’entità a sé, una terza presenza”, ha uno spirito che regala a quelli che lo percorrono un nuovo punto di osservazione, contiene al suo interno la voglia di andare avanti, di reagire, d’interiorizzare, è il “senso di scoperta che non vuole spegnersi”, è la rete umana di relazioni che si crea fra tutti i viandanti. Le descrizioni dei tanti luoghi in cui si svolgono le azioni all’interno del romanzo hanno un’anima e permettono al lettore di tuffarsi nelle caratteristiche strade di Porto, cittadina fatta di “case arroccate sui fianchi di un colle che con una loro andatura precisa scendono a specchiarsi sull’Atlantico in uno sfarfallio di panni stesi”, nella bella Bologna che “sotto la neve sembra più grassa […] coperta dal vestito bianco di organza”, nei viali di Lisbona dove si sparge l’odore del pesce fritto, nella Torino che formicola “in un via vai incessante” e che sulla cartina geografica dista “due centimetri di blu” dalla Siria e nella Galizia “profumata di pini marittimi e macchiata di arbusti e cespugli bassi”.

“L’emozione in ogni passo” coinvolge, appassiona e commuove il lettore con le sue riflessioni sul tempo, sull’amore, sulla vita e sul ricordo, con i suoi personaggi così profondi e interessanti e con il talento dell’autrice Fioly Bocca che rende visibili i luoghi e vivide le sensazioni vissute dai protagonisti. “Il Cammino è una migrazione. Come quella delle anatre selvatiche che partono ai primi freddi e colonizzano un luogo che d’impulso sentono appartenergli. Ma c’è di più, perché arrivando qui mi sono accorta, e per la prima volta, che il mondo è una ragnatela, un disegno di fili, e ognuno di loro porta a un luogo a cui vorresti fare ritorno, anche senza averlo mai visto prima.”

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