Sull’Appennino tosco-emiliano, non lontano dall’Abetone, c’è una valle stretta e tortuosa, e in fondo una casa, una piccola casa con il tetto coperto di plastica colorata e due comignoli che buttano fumo sempre, estate e inverno. Un industriale della seta torna ai boschi dove un tempo andava a far funghi e la vede, quella casa. Malgrado il fuoco acceso sembra disabitata. È incuriosito. Entra. E lì comincia la sua avventura, che lo strappa alla mesta quotidianità del danaro e del potere per precipitarlo dentro un vertiginoso delirio, che è prova e passaggio, alla scoperta di sé. Mauro Corona scrive una piccola grande storia che suona come un apologo ed è allegoria della condizione umana quando perde di vista la semplicità dei valori cardine.
Mauro Corona è nato in provincia di Trento nel 1950, ma fin da bambino è vissuto in Friuli, a Erto, uno dei paesi colpiti nel 1963 dal disastro del Vajont. Alpinista, scultore e scrittore, ha scritto molti romanzi diventati best seller. Con Le voci del bosco ha vinto il premio Grinzane-Cavour 2008 e con La fine del mondo storto il premio Bancarella 2011.