LA CUGINA AMERICANA

La cugina americana (Bollati Boringhieri, pp. 340, Euro 17,50) è il romanzo per chi ha dovuto fare una scelta d’amore, per chi ha dovuto decidere tra ragione e sentimento. Per chi si è scoperto capace di tradimento. Per chi ha visto vacillare le certezze di sempre, per chi ha capito che la felicità può voler dire rinnegare se stessi. Proprio come il protagonista, Adam, che deve scegliere tra la gioia e la sicurezza dentro i confini di una comunità dalle tradizioni secolare oppure il rischio e la passione del mondo fuori.

Hampstead Garden, nordovest di Londra, è il quartiere della buona borghesia ebraica, ricca, istruita, liberal, solidale: tutti conoscono tutti, tutti frequentano tutti, tutti sono pronti a soccorrere chiunque si trovi in difficoltà. Adam e Rachel si conoscono da sempre, si amano dall’adolescenza, e stanno per fidanzarsi. La comunità segue l’evolversi della relazione da quando è nata, tutti aspettano il matrimonio, i figli. Tutto va come dovrebbe andare fino a quando, da New York, città di liberi costumi e strane usanze, arriva Ellie, la cugina di Rachel: bellissima, fragile, dolce, infelice, anticonformista, in fuga da New York e dai giornali scandalistici. Ellie è una sopravvissuta, come tanti dei membri anziani della comunità: non ai campi di concentramento, ma alla morte della madre in un attentato terroristico in Israele, e alla conseguente decisione del padre di vagare per il mondo portando la piccola con sé. Tra Adam ed Ellie è amore al primo sguardo. Entrambi resistono, si evitano, si cercano, irresistibilmente attratti e irrimediabilmente divisi. Fino a quando Adam, avvocato nello studio del padre di Rachel, viene incaricato di risolvere la situazione incresciosa, pericolosa, che Ellie si è lasciata alle spalle a New York. I due sono costretti a incontrarsi, per lavoro, si cercano, si trovano, si lasciano, sempre divisi tra passione e senso del dovere. Si scoprono capaci di menzogna e di tradimento, ma incapaci di abbattere con la sola volontà la barriera che li divide fino a quando una malattia di Ziva, la nonna di Ellie e Rachel, fornisce ai due innamorati impossibili l’occasione di infrangere le regole.

Francesca Segal rilegge in chiave contemporanea il capolavoro di Edith Wharton, L’età dell’innocenza, e lo fa con la stessa perfida eleganza della grande scrittrice americana, coinvolgendo il lettore con la forza dei sentimenti dei suoi protagonisti.

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