La ‘ndrangheta hanno provato in tanti a raccontarla. Ma mai prima di oggi chi l’ha combattuta sul campo ha avuto il coraggio di rivelare quello che significa fare antimafia in un territorio appestato dalla malavita come la Locride. In questo libro testimonianza, Nino Maressa racconta gli anni trascorsi all’interno del ROS, partendo dalla prima missione assegnata alla sua squadra, la cattura quasi impossibile del “boss dei boss” della ’ndrangheta, Giuseppe Morabito. L’autore ci porta in prima linea nelle indagini, dimostrandoci che l’intuito e il fattore umano possono più delle tecnologie sofisticate. Maressa, come alcuni dei suoi compagni, è calabrese e conosce il “contesto” in cui è nata e si muove la ’ndrangheta. Con la sua squadra, si specializzerà nella cattura dei latitanti e sarà impegnato nelle indagini che seguono la strage di Duisburg. Il suo resoconto è di importanza eccezionale, diretto, preciso. E coraggioso. Perché molto è stato detto, ma non tutto. E ancora ci si possono porre domande e si può cercare di andare a fondo per capire i tempi di una latitanza, i dettagli di una strategia, le ragioni dei nuovi incarichi affidati ai membri delle squadre. La mala vita (Sperling&Kupfer, Pagg. 192, € 17,00) esce l’11 settembre nel quinto anniversario della strage di Duisburg di cui ricostruisce le origini partendo dagli anni Novanta.
NINO MARESSA (1972) ha fatto parte del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) in Calabria, dove ha partecipato alla cattura di Giuseppe Morabito e di altri superlatitanti inseriti nella lista dei trenta più pericolosi d’Italia. In seguito ha seguito in prima persona l’Operazione Labirinto relativa alla strage di Duisburg. Attualmente è Maresciallo dei carabinieri.
FLAVIA PICCINNI (1986) fa parte della redazione di Nuovi Argomenti, scrive per l’edizione toscana e barese de La Repubblica e per numerosi periodici. Ha vinto numerosi premi letterari tra cui il Premio Campiello Giovani. Ha pubblicato i romanzi Adesso tienimi (Fazi, 2007) e Lo sbaglio (Rizzoli, 2011).