La mia guerra all’indifferenza di Jean-Sélim Kanaan

Jean-Sélim Kanaan
Jean-Sélim Kanaan

Non ci si può abituare alla guerra. Si può renderla sopportabile, meno dolorosa, perché andare a morire o a combattere implica sempre un coinvolgimento emotivo. Quando si diventa indifferenti alla devastazione e alla morte allora l’essere umano perde se stesso. Jean-Sélim Kanaan aveva 33 anni quando perse la vita in un attentato a Bagdad; durante il suo percorso non si è mai rassegnato alla guerra: francese ed egiziano d’origine, nato e vissuto a Roma, si era laureato a Harvard e per dieci anni aveva lavorato come volontario delle Ong nei paesi di guerra. Jean-Sélim Kanaan, che era a Bagdad come collaboratore dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, ha lasciato le testimonianze di carestie e lotte sulle pagine ingiallite dei giornali, dalle quali è nato un libro intitolato “La mia guerra all’indifferenza”, edito da Il Saggiatore, con prefazione di Adriano Sofri (euro 10, pagg. 176).

Nel libro vengono proposte le memorie di Jean-Sélim, che costituiscono la sua personale Guerra all’indifferenza. A partire dalla Somalia fino ai Balcani, questa pubblicazione è una testimonianza dei conflitti più caldi della fine di un secolo drammatico. È una riflessione sugli effetti della guerra sull’uomo. È un’analisi di cosa regola l’azione dell’Onu che, se talvolta appare agire con incoscienza o incompetenza, resta l’unico strumento di risoluzione internazionale dei conflitti della comunità umana. Il testo sarà presentato il 3 giugno 2013 alle 21 presso l’aula magna del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Milano. Parteciperà Laura Dolci Kanaan.

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