La tenda rossa (edizioni Tlon) è un libro che ti entra nell’anima, non poco alla volta, ma da subito, sin dal primo capito perché, senza andare troppo in fondo, sai che la storia di Dina ti appartiene e sta condizionando la tua vita. Lo ha fatto tutte le volte in cui ti sei vergognata di essere Donna e hai visto nelle mestruazioni un elemento disturbante in quella quotidianità dal ritmo frenetico ed imperante. Lo ha fatto tutte le volte in cui non sei riuscita, in quei giorni, a rallentare, anche se il tuo corpo te lo chiedeva prima timidamente e poi a gran voce. E lo sta facendo ancora magari quando ti accorgi che c’è qualcosa che vorresti cambiare ed eliminare ma non puoi perché la tua natura non è rabbiosa né emotivamente instabile. Sei, semplicemente, ciclica. (N.B. Trovi la versione audio dell’articolo in calce)
La tenda rossa, il libro: trama e recensione
Dina è l’unica figlia femmina di Giacobbe. Nella Bibbia, precisamente nell’Antico Testamento, questa ragazza appare solo in due versetti ma la scrittrice Anita Diamant nel libro, che è oggetto di questa recensione, le conferisce un’identità più forte e definita raccontando una storia che ci riguarda proprio tutte. Dina si muove nell’ambito di una società patriarcale; da bambina tuttavia vede le sue madri ritirarsi nella tenda rossa, una volta al mese, dove si celebrano i riti della Terra sconosciuti a Giacobbe che venera il Dio di Isacco ed Abramo.
In quella tenda le donne riescono a recuperare una parte di sé e a ritrovarsi, in tutta la loro autenticità. Dina vede e sente, facendo suo un modo di essere. E quando diventa Donna, dopo il menarca, sceglie l’amore ma ancora una volta il patriarcato le ruba tutto in nome del potere e del diritto di proprietà. Eppure Dina cresce anche nella sventura.
Nel libro una diversa chiave di lettura sulla maternità
Il libro La tenda rossa mi ha dato una chiave di lettura molto diversa anche sulla maternità che viene vissuta dalle donne di questo romanzo in modo libero, senza volontà di possesso. Queste matriarche non sono come una delle madri bibliche che al cospetto di Salomone rivendicava il diritto di proprietà sul figlio. Non sono possessive, le mogli di Giacobbe, sono altresì madri consapevoli e coraggiose. Sono madri che sanno dare alla luce un bambino assecondando la loro natura selvaggia.
In tutto il romanzo si respira, poi, il profumo di una ritualità che abbiamo perso e queste donne in fondo riescono a costruirsi un’isola di libertà assecondando la loro natura ciclica, nonostante il contesto non le favorisca. La tenda rossa è quindi un libro che ogni donna dovrebbe leggere! Maria Ianniciello