La torcia, riflessioni sul romanzo di Marrion Zimmer Bradley

Premessa

Quando ho saputo che la casa editrice HarperCollins dava alle stampe la versione integrale del romanzo La torcia della scrittrice statunitense Marrion Zimmer Bradley, ho avuto un attimo di esitazione e ho parecchio riflettuto se leggerla o meno, perché l’autrice è stata accusata, dopo la morte avvenuta nel 1999, di pedofilia nientemeno che da sua figlia. Le accuse sono fondate, purtroppo, e quindi, leggendo il suo romanzo poi, mi sono chiesta come sia possibile che una persona che si è battuta per i diritti delle donne, anche mediante opere dall’inestimabile valore, possa essere stata una pedofila.

Da madre, credo, che il reato di pedofilia sia uno dei crimini più mostruosi che si possa compiere eppure, nonostante tutto, ho deciso di leggere la versione integrale de La torcia. E ho fatto bene, perché il romanzo, oltre ad essere molto appassionante, dà voce a un personaggio molto particolare e affascinante. In questo libro Marrion Zimmer Bradley rivisita, infatti, in chiave femminista la guerra di Troia attraverso gli occhi della sacerdotessa Troiana, Cassandra.

La torcia: recensione del romanzo di Marrion Zimmer Bradley

La rivisitazione di grandi opere del passato – magari dando risalto ad alcuni personaggi che nel testo originale sono solo abbozzati – è un vero e proprio genere letterario che è molto in voga soprattutto nella letteratura femminista. Basti pensare a La Tenda Rossa (Tlon), in cui Anita Diamant redige un bellissimo memoir di Dina, l’unica figlia femmina di Giacobbe.   

La Torcia uscì nel 1987, quattro anni dopo la pubblicazione di Kassandra di Christa Wolf. Suddiviso al suo interno in tre libri (La chiamata di Apollo, Il dono di Afrodite e La condanna di Poseidone), la storia ha inizio con il parto di Ecuba, moglie di Priamo, che dà alla luce due gemelli, (Cassandra e Paride appunto), e si conclude con l’arrivo della protagonista in Medio Oriente, dopo la disfatta di Troia.

Cassandra nella mitologia era una sacerdotessa e veggente. Ne hanno scritto Omero, Virginio, Apollodoro, Igino. Nel mito il fratello gemello non era Paride ma Eleno. Cassandra è ricordata perché, nonostante profetizzasse sempre la verità, non veniva mai creduta.

Marrion Zimmer Bradley ne La Torcia enfatizza questo aspetto, che poi è il tratto peculiare della sacerdotessa di Apollo. L’autrice, rifacendosi forse agli studi di Marija Gimbutas, mette anche in risalto un fatto sostanziale: con la caduta di Troia scompaiono anche le ultime tracce delle società matrilineari, dove veniva venerata la Dea Madre attraverso i riti del raccolto e delle stagioni.

Cassandra si trova proprio nel bel mezzo di un cambiamento epocale. Vede scomparire le Amazzoni e i centauri ma soprattutto si accorge che i signori del ferro, con le loro divinità maschili, si stanno estendendo sempre più in tutte le terre conosciute. Le Regine devono obbedire agli invasori, con cui dovranno condividere poi il loro letto. Achille prima e Agamennone poi diventano, quindi, il simbolo più efferato del patriarcato.

Marrion Zimmer Bradley, come aveva fatto egregiamente ne Le nebbie di Avalon (1982), ridà dunque voce a chi non ce l’ha mai avuta, scrivendo un romanzo intenso e coinvolgente che parla al cuore di chi legge più che alla mente. Perché, come ha scritto Maura Gancitano nella prefazione della nuova edizione, alla fine in Cassandra ci riconosciamo tutte! (La recensione de La Torcia è stata scritta da Maria Ianniciello, segui la giornalista su Instagram)

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