LE GRANDI BATTAGLIE TRA GRECI E ROMANI

Non c’è stata, in tutta l’antichità, una formazione militare più celebrata della falange o della legione, e un soldato più vincente dell’oplita o del legionario. Le grandi battaglie tra Greci e Romani. (Newton Compton, pp. 256, Euro 12,90) racconta tutti gli scontri tra opliti e legionari da Eraclea a Pidna in modo appassionante e con dovizia di particolari storici ben documentati. Greci e Macedoni con la falange, e poi i Romani con la legione, sembrano essersi passati il testimone di una superiorità nell’arte della guerra che ha regalato ai loro eserciti la fama di invincibilità sul campo di battaglia. Eppure, c’è stato un periodo, lungo poco più di un secolo, durante il quale opliti e legionari si sono affrontati in ripetute occasioni, in una sorta di sfida per determinare quale dei due modi di combattere fosse il migliore. I Greci e i Macedoni erano ormai nella fase declinante della loro epopea, i Romani, invece, stavano appena iniziando a creare un impero fuori dalla penisola; e nel frattempo, le guerre puniche si prendevano tutta la scena, oscurando una lotta quasi altrettanto epica. Lo scontro tra falangi e legioni è infatti contrassegnato da alcune delle più grandi battaglie della storia greco-romana, da Eraclea a Benevento, da Cinocefale a Pidna, con protagonisti come Pirro, Tito Quinzio Flaminino e Lucio Emilio Paolo; esso offre un interessante confronto di armamenti, tecniche belliche, tattiche e strategie che già uno storico acuto come Polibio si premurava di analizzare nei particolari, e di cui Andrea Frediani offre in questo libro un quadro esauriente e completo.

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