LE TRE CULTURE

Nel 1959 Charles P. Snow tenne la sua ormai famosa Rede Lecture all’Università di Cambridge, sul tema de Le due culture (libro pubblicato da Feltrinelli nel 1964), una riflessione sull’accademia basata sul presupposto che esistessero due soli tipi di cultura: le arti e le discipline umanistiche, da una parte, e le scienze naturali, dall’altra. Da allora, tuttavia, è emersa una terza cultura, generalmente detta delle “scienze sociali”, che comprende discipline come la sociologia, l’antropologia, la scienza politica, l’economia e la psicologia, e che è cresciuta di importanza. Il libro di Jerome Kagan si propone dunque di descrivere gli assunti, il vocabolario, le formae mentis, i contributi e i limiti di ciascuna di queste culture. Fa emergere le differenze tra i significati di molti dei concetti usati da ognuna nel proprio campo e non immediatamente trasferibili ad altri, passa in rassegna i vari criteri di indagine e i risultati conseguiti nella ricerca della verità, evidenzia gli apporti dati anche dalle scienze sociali e dalle discipline umanistiche alla nostra comprensione della natura umana e mette in discussione il diritto di predominio di una delle tre culture sulle altre, come è successo alle scienze naturali con i grandi investimenti in fisica, chimica e biologia molecolare. L’obiettivo è quello di ristabilire un equilibrio tra i rispettivi campi della conoscenza, con le conseguenze teoriche ma anche pratiche che questo comporta. «È tempo – dice Kagan – che i membri delle tre culture adottino un atteggiamento di maggiore umiltà perché, come le tigri, gli squali e i falchi, ogni gruppo è potente nel suo territorio ma impotente nel territorio dell’altro». Le tre culture (Feltrinelli, pp. 336, Euro 30,00) è un’analisi dello stato della cultura molto opportuna per fare il punto anche sulla realtà accademica e sul dibattito culturale nell’Italia di oggi e di domani. In vista di una maggiore collaborazione tra discipline per risolvere i problemi e superare la crisi del nostro tempo.

Jerome Kagan, pioniere della psicologia dello sviluppo, è membro dell’Istituto di medicina dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti e dell’Accademia americana di arti e scienze, oltre che professore emerito di psicologia all’Università di Harvard. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: La natura del bambino. Psicologia e biologia dello sviluppo infantile (Einaudi 1988), Tre idee che ci hanno sedotto. Miti della psicologia dello sviluppo (il Mulino 2001), La trama della vita. Come geni, cultura, tempo e destino determinano il nostro temperamento (Bollati Boringhieri 2011).

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