Una raccolta di lettere tra due donne che attraversando l’Ottocento e il Novecento hanno creato un nuovo modo di vivere e di pensare la nostra vita. Dall’11 settembre 2012 in libreria Legami e libertà – Lettere tra Lou Andreas Salomé e Anna Freud (Dalai Editore, pp. 256, Euro 19,50), curato da Francesca Molfino. Un carteggio emozionante tra Lou Andreas Salomé e Anna Freud. Le riflessioni su loro stesse si intrecciano con un intenso, devoto legame affettuoso, cui non bastano le parole, ma ha bisogno di scambiare gesti, regali, cibi, persino vestiti. È Sigmund Freud a presentare la figlia Anna all’affascinante scrittrice Lou Andreas-Salomé per colmare l’assenza di una madre distante. Tra le due donne nasce un’inedita amicizia che prende corpo in un’appassionata corrispondenza. Dalle lettere che si scrivono tra il 1922 e il 1937 emerge il ritratto di una Germania fiaccata dalle ristrettezze economiche e irretita dal nazismo, in cui l’unica via di fuga sembra essere l’attenzione alla natura e alla crescita interiore. Ma la vera protagonista di questo scambio epistolare è la psicoanalisi, che ha trovato nella comunità ebraica viennese l’ambiente ideale per imporre le sue idee rivoluzionarie. Su questo sfondo in cui si annodano, a volte tragicamente, le vite di analisti e pazienti, si legano i destini di Lou e Anna, l’una incarnando l’eterno femminino goethiano, l’altra emancipandosi dai modelli femminili dell’epoca, pur restando sempre a fianco del padre. Da questo incontro nascerà un nuovo modo di vedere il lavoro analitico, non più confinato alla patologia, ma aperto alla comprensione della normalità e alla costruzione di una vita psichica autonoma, ricca di pulsioni, sogni e fantasie. Sullo sfondo della fine della Prima Guerra Mondiale nel 1922 fino alle soglie della Seconda nel 1937, le due donne ci raccontano la povertà in Germania e le avvisaglie del Nazismo, la nuova Comunità di ebrei, emigranti da ogni parte dell’Europa, raccolti intorno alla Psicoanalisi. Una «tribù» in cui le vite degli psicoanalisti si annodano, a volte tragicamente, a quelle dei pazienti in un modo per noi, oggi, scandaloso. Anna diventerà una ragazza emancipata che, tenace, decide del proprio destino, pur restando a fianco di un padre smisurato come Freud. Ma affiora soprattutto un nuovo modo di pensare la vita da queste lettere. La psicoanalisi esce dalla patologia, si apre alla comprensione della normalità. Per la prima volta l’individuo viene dotato fin dalla nascita di una vita psichica autonoma, ricca di pulsioni, sogni, fantasie.
Francesca Molfino ha una formazione psicoanalitica freudiana e lavora privatamente con pazienti adulti. Dal 1974 ha fatto parte attiva del Movimento femminista, fondando insieme ad altre il Centro Culturale Virginia Woolf. Ha continuato fino a oggi a lavorare con le donne nei Centri Antiviolenza e nel 2004 ha costituito insieme ad altre l’Associazione Donne e Scienza. È autrice di numerosi saggi sui temi dell’identità femminile e sul rapporto tra psicoanalisi, femminismo, cultura.