Elisa Pellegrino, conosciuta in rete come Cortomiraggi, nel suo libro d’esordio Albicocche al miele (Mondadori) scrive del senso di spaesamento che si prova quando ci si laurea o quando ci si sta per laurearsi. E lo fa raccontando un pezzo di vita di quattro giovani adulti indugiando con tenerezza sulle loro emozioni e sentimenti sottaciuti, sulle loro fragilità ma anche sulla forza che si riesce a trovare solo facendosi trasportare dagli eventi senza opporre eccessiva resistenza.
Albicocche al miele: recensione del romanzo di Elisa Pellegrino
Un anno per decidere cosa fare della propria vita, quali percorsi intraprendere, chi frequentare e chi lasciar andare. Quattro stagioni che hanno il colore e la musica di quattro film. Quattro amici che si incontrano per un cineforum affinché la Settima Arte diventi il mezzo attraverso cui scoprire un pezzo di sé.
Greta, Giulia, Diego e Caterina vengono gettati nel mondo del lavoro senza paracadute. Forti della loro amicizia i quattro giovani adulti nell’arco di un anno, mediante alcune esperienze cruciali, cercano e forse trovano la loro voce.
Cortomiraggi scrive un libro gradevole
La scrittura di Elisa Pelligrino è cinematografica, la prosa è asciutta, non pretenziosa, le storie sono lineari e durano un battito di ciglia. Albicocche al miele è un romanzo che si legge velocemente, sotto l’ombrellone in questa estate rovente. Ma non è per questo un libro superficiale, tutt’altro, perché le storie raccontate risuonano in ciascuno di noi, riconducendoci ad un momento della nostra vita in cui ci siamo sentiti spaesati di fronte a scelte obbligate e scandite da tappe stabilite.
Il personaggio con cui sono entrata più in sintonia? E’ Caterina perché questa ragazza ha seguito la sua passione per la Musica, lasciando la facoltà di Medicina e deludendo così le aspettative di sua madre che non perde occasione per mortificarla. Caterina riesce tra mille incertezze ad assecondare la sua vocazione, pur sapendo che la strada sarà in salita…
Le vite descritte in Albicocche al miele sono quindi tutte da costruire, passo dopo passo, eppure verso la fine si avverte un senso di quiete come se i personaggi avessero compreso in quale direzione andare, ciascuno in maniera diversa assecondando il proprio cuore. Maria Ianniciello