Manca poco meno di un mese alla proclamazione del vincitore del Premio Strega 2013. Mercoledì, 12 giugno 2013, presso la Fondazione Bellonci a Roma il presidente del seggio Alessandro Piperno, vincitore del Premio Strega 2012, affiancato dal presidente della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauro, ha annunciato ufficialmente la Cinquina di libri e autori finalisti del Premio Strega 2013, che sono:
Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto con voti 69
Resistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti con voti 66
Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri con voti 49
Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo con voti 45
Nessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco con voti 36
Fino al 2 luglio, quando sarà decretato il vincitore di questa nuova edizione, vi proporremo trame e curiosità sugli autori e sui libri finalisti alla rassegna letteraria più ambito d’Italia. Cominciamo con Alessandro Perissinotto, torinese, classe 1964. Parissinotto è docente presso l’Università di Torino ed è autore di diversi saggi. Si è avvicinato alla narrativa nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio). Ha pubblicato diversi romanzi, come La società dell’indagine (Bompiani, 2008) e Per vendetta (Rizzoli, 2009). Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi europei e in Giappone. Collabora inoltre con “La Stampa” e con “Il Mattino”. Il protagonista del suo romanzo, candidato allo Strega, è Guido Marchisio, torinese, 46 anni, dirigente di successo in una una multinazionale, appoggiato dai vertici, compagno di una donna molto più giovane e bellissima. Ma il 26 ottobre 2011 la vita di Guido prende una piega diversa. Quella mattina infatti incontra una persona identica a lui, nell’aspetto. Si insinua così il dubbio nella sua mente e comincia a chiedersi: possibile che esista da qualche parte un suo sosia, un gemello dimenticato, un suo doppio misterioso e sfuggente? Una domanda che diventa un’ossessione, fino a quando dell’uomo di successo non resterà più nulla, un po’ come sta accadendo all’industria italiana. Il contesto storico si intreccia quindi con quello umano e Guido non sarà più lo stesso: perde la sua identità, accettando l’inaccettabile.