Nella notte fra il 3 e il 4 giugno del 1989, le manifestazioni di studenti e lavoratori per chiedere riforme politiche e democrazia furono represse nel sangue a Piazza Tienanmen. A 23 anni di distanza Dalai editore ricorda l’anniversario con il libro di Cecilia Brighi, L’imperatore e l’elettricista – Il sogno di Dongfang, Tienanmen e i giorni del coraggio. Il racconto dei giorni di Tienanmen, per la prima volta non dal punto di vista degli studenti ma di quello dei lavoratori. La storia di uno dei protagonisti che ancora oggi si ribella allo sfruttamento della nuova dittatura di mercato cinese.
Dongfang, elettricista nelle ferrovie statali, inciampa per sbaglio nelle proteste degli studenti a Tienanmen. Per un gioco del destino, l’autobus su cui viaggia con la fidanzata si ferma lungo la gigantesca piazza invasa dagli studenti, accorsi a onorare il vecchio leader comunista Hu Yaobang, morto all’improvviso. Dongfang viene attratto dalle loro richieste di democrazia e diventa uno dei protagonisti di Tienanmen, organizzando la Federazione Autonoma dei lavoratori di Pechino, il primo e unico sindacato indipendente, e viene soprannominato il Walesa cinese. Questo libro racconta per la prima volta i giorni di Tienanmen, non dal punto di vista degli studenti ma di quello dei lavoratori: la loro organizzazione e le tensioni con gli studenti che rifiutavano inquinamenti esterni; il timore del Partito e del governo per il potenziale rischio di saldatura tra le rivendicazioni di entrambi alla vigilia della visita di Gorbaciov, la prima di un leader sovietico dopo vent’anni. Segue la violenta e sanguinosa repressione del 4 giugno, la fuga di Dongfang da Pechino, il vagare tra le campagne e la decisione di consegnarsi alla polizia. Condannato senza processo per essersi rifiutato di denunciare i suoi compagni, vive l’orrore del carcere e delle torture, il contagio pianificato dai suoi carcerieri con i malati di TBC che lo riduce in fin di vita, ma che non piega la sua caparbia opposizione fino alla liberazione, grazie alle pressioni internazionali. Tornato a Hong Kong, ancora oggi, altrettanto caparbiamente organizza attraverso una trasmissione radiofonica e una associazione di esperti, i lavoratori che si ribellano allo sfruttamento della nuova rampante dittatura di mercato cinese.
«Un racconto avvincente come un’epopea, in cui Cecilia Brighi narra non solo la vita di un dissidente ma la doppia parabola di una Cina passata dalla fiducia nella rivoluzione comunista al suo fallimento precoce, e dalla disillusione a una speranza più forte che prende vita nei giorni di Tienanmen, la speranza operosa del cambiamento. E forse la storia, piano piano, darà ragione a questi singoli, tenaci dissidenti che sognano una Cina democratica e lottano per realizzarla. Come Dongfang.» (Prefazione di Renata Pisu)
I diritti d’autore saranno devoluti al China Labour Bulletin, l’organizzazione promossa da Han Dongfang per i diritti del lavoro in Cina.
Cecilia Brighi, da oltre trent’anni impegnata nell’attività sindacale, attualmente lavora al Dipartimento Politiche Internazionali della CISL, nel quale sostiene attivamente il movimento democratico e sindacale birmano, l’affermazione della democrazia, dei diritti umani e del lavoro, in particolare in Asia. È stata nel Consiglio di Amministrazione dell’ILO. Ha scritto numerosi articoli su riviste internazionali e italiane. Per BCDe nel 2006 ha pubblicato: Il Pavone e i generali. Birmania: storie da un Paese in gabbia; con Ilaria M. Sala e Irene Panozzo ha scritto inoltre Safari Cinese, petrolio, risorse e mercati, la Cina conquista l’Africa.