Madrigal…e mi chiamavano puttana è un libro intenso. L’autrice boliviana, Yuyam Marilyn Justiniano Roca, racconta una storia di violenze ma anche di rinascita e di consapevolezza. Edito da Il Papavero, il libro lascia in più occasioni l’amaro in bocca dimostrandoci in varo punti che essere donne in Bolivia non è affatto semplice. Ho dunque intervistato l’autrice per saperne di più.
Come nasce ‘Madrigal… e mi chiamavano puttana’?
Beh, vi assicuro che è il prodotto dell’amore. Raccontare la mia storia, che è intrinsecamente la storia di molte donne, non è stato un compito facile. Inoltre, questa storia riflette in qualche modo molti aspetti della cultura del mio Paese, che ha ereditato e copiato da altre culture, il che ha reso il tutto ancora più difficile. Sono una cantastorie nata, ciò che mi piace di più è raccontare. Racconto cosa è accaduto, cosa ho vissuto, cosa ho provato e non importa se si tratta di piccole gioie o grandi dolori. I miei figli, mio marito, la mia famiglia e i miei amici mi hanno condizionata nella scrittura di questo libro ma ognuno di loro è stato sempre guidato dall’amore. Infatti, ogni volta che raccontavo qualche passaggio della mia vita, mi incitavano eccitati a scriverlo.
Madrigal… e mi chiamavano puttana ed è nato il giorno in cui ho deciso di raccontare il mio passato. Non è stato facile rivivere il passato e rimuoverlo, non è stato semplici risvegliare i miei morti, affrontare i vecchi dolori e leccare le mie ferite ancora sanguinanti. Tutto ha richiesto molto tempo. Ho voluto pubblicare questo libro per dimostrare che, a prescindere dalla gravità dei fatti dobbiamo ricostruirci, credere in noi stessi e non permettere mai al male di trionfare.
Possiamo permetterci di essere felici, guarire, rinascere e non diventare schiavi dei nostri carnefici, dobbiamo affrontarli e punirli con l’oblio. Nel mio libro voglio dimostrare che il motore del mondo è l’amore. Quell’amore, però, non è proprietà di qualcuno e dobbiamo continuare a camminare attraverso la vita, con la fronte alta e il cuore gonfio di gioie, sogni e speranze, non soffrendo e tormentandoci in nome dell’amore.
Com’è la situazione in Bolivia oggi?
Sebbene le società si evolvano e le donne si stanno emancipando entrando nella vita politiva e sociale, esistono abitudini radicate. Si tratta di pratiche inamovibili che si accentuano in tempi difficili, politici, sociali o sanitari come oggi. In Bolivia la violenza è un piatto che mangi ogni giorno. L’abuso, il crimine e l’impunità fap arte di un menù familiare. Penso che l’essenza della violenza rimanga la stessa, forse mascherata e travestita, e potremmo pensare che oggi ci sia più giustizia ma sfortunatamente è così. I profondi cambiamenti non sono ancora iniziati. Alcune donne non hanno più paura, è vero, però la loro voce non è abbastanza forte.
Come hai scelto una casa editrice italiana per raccontare la tua storia?
È un’altra grande storia d’amore. Ho incontrato Donatella de Bartolomeis a casa di mia cugina Caterina Giustiniani ad Avellino, dove ero andata per una riunione di famiglia. Quando mia cugina le disse che stavo scrivendo le mie esperienze di vita, Donatella mostrò interesse per quello che volevo raccontare. Parlammo di molte cose, io in spagnolo, lei in italiano. Riflettemmo sulla vita, sulla famiglia, sull’amicizia, sulle somiglianze culturali, sulle differenze umane e sociali ecc. L’empatia emersa ci ha portato oltre una semplice conversazione.
Mi sono innamorata della sua passione per la letteratura e soprattutto del suo impegno per la verità. Ascoltava la mia storia mostrando una grande sensibilità con cui ascoltava. Così mi ha offerto sostegno ed io l’ho preso.
Da quel giorno in poi, non ha mai perso interesse nei miei confronti e mi ha spinto a finire il mio libro. Non avrei potuto avere un alleato migliore, un editore migliore… un lettore migliore.
Torniamo alle donne e allarghiamo lo sguardo a tutto il Sud America. Com’è la situazione?
Sono nate molte istituzioni che mirano a frenare gli abusi e la violenza contro le donne.
In alcuni Paesi, ci sono più echi sulla violenza di genere e sulla violenza domestica, sullo stupro e sul matrimonio infantile. Ma per cambiare le cose bisogna modificare radicalmente gli schemi mentali che alimentano la violenza di qualsiasi tipo, non solo di genre.
Progetti?
Verrò in Italia per parlare del mio libro Madrigal…e mi chiamavano puttana in modo che più persone conoscano certi temi per educare le generazioni future all’uguaglianza e al rispetto delle differenze.
Sto lavorando al mio prossimo libro, dove racconterò la storia di un uomo che ha anche subito violenze per tutta la vita. Purtroppo, come ho detto prima, la violenza non riguarda solo le donne.