«Devono essere detti più sì per cultura, ricerca e tutela del patrimonio». Queste le parole pronunciate dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, applauditissimo, agli Stati Generali della Cultura, una speranza di riscossa per la cultura italiana, sempre più a corto di attenzione e risorse. Per riaffermare questa speranza e il concetto del “Jazz come cultura italiana” e della cultura in generale come risorsa per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese, alla Casa del jazz di Roma, lunedi 26 novembre 2012 dalle 18, inizierà una maratona jazz da un’idea di Giampiero Rubei e Fabrizia Ferrazzoli. Nel corso dell’evento moltissimi artisti suoneranno esprimendo il loro talento e raccontando le loro esperienze all’estero, durante le quali hanno tenuto alto il nome dell’Italia. L’arte come risorsa, la creatività come volano per uscire dalla crisi e come strumento per alleggerire la pesantezza di un momento storico che intristisce e abbrutisce.
Da sempre il jazz è l’emblema dell’incontro e del confronto tra più culture, è il simbolo della libertà d’espressione. Negli anni ’30, nel periodo della Grande Depressione americana, lo swing fu la musica più ascoltata e ballata, arrivando fino in Europa come simbolo di gioia e divertimento, indispensabile per affrontare un momento storico buio e difficile. Vero è che la patria del jazz è New Orleans, ma ancora più vero è dover constatare che il jazz è la musica del XX secolo: musica in continua evoluzione ed ovunque nel mondo. L’Italia, oggi più che mai, ha dei protagonisti che hanno saputo sposare questo fenomeno e contaminarlo con la nostra cultura, rendendolo unico. Parliamo di eccellenze ed è bene che come tali restino a casa e da qui contagino il mondo con i nostri colori.
Una maratona per mettere nero su bianco quei “criteri di qualità” che fanno la differenza in un paese talvolta sbiadito anche da una politica basata solo su tecnicismi economici. Una maratona per dire che la crisi può suonare bene e portare quel cambiamento a cui tutti auspichiamo. Una maratona per uscire dalle polemiche degli ultimi giorni e dimostrare con concretezza che il jazz italiano partecipa al dibattito in corso. L’augurio degli organizzatori è che, in tempi di crisi, il jazz possa rivelarsi come fonte di ricchezza non solo culturale e diventare importante e prestigiosa risorsa economica per l’Italia.