Continuano le Anteprime di LIBRI Come, la rassegna organizzata dalla Fondazione Musica per Roma che si svolgerà dal 14 al 17 marzo 2013 all’Auditorium. Dopo quelle con Serge Latouche e Javier Marías, mercoledì 9 gennaio sarà la volta di Sylvie Goulard e Mario Monti, autori del libro La democrazia in Europa (Rizzoli), in compagnia di Stefano Folli e Paolo Mieli, presentati da Marino Sinibaldi.
Il tema del libro, che invita a “guardare lontano”, a scoprire le profonde affinità che legano gli europei e a ritrovare la fiducia in se stessi, ben si lega al filone portante di LIBRI Come: l’identità europea di fronte alla crisi economica, politica e culturale che da diversi anni attraversa il continente vincitore del premio Nobel. Discutere di “Europa bene comune” con Sylvie Goulard e Mario Monti sarà un momento importante per ipotizzare il futuro cammino delle istituzioni democratiche e dei popoli europei.
Gli europei vorrebbero essere forti come se l’Europa fosse unita, ma senza cedere neanche una parte della propria sovranità nazionale, come se l’Europa unita non esistesse affatto. Questa contraddizione è diventata inaccettabile. Le derive della finanza e l’indebitamento sono solo un aspetto della crisi economica, che ha fatto emergere in tutta la loro ampiezza l’interdipendenza e le fratture che caratterizzano la democrazia in Europa. Anche per questo è istruttivo rileggere Tocqueville, autore di un’opera capitale sulla democrazia in America. Per Tocqueville, da secoli, il cammino verso l’uguaglianza è inarrestabile. È un processo che porta a costruire, per mezzo del libero concorso delle volontà, una democrazia che sia opera del popolo, in cui gli europei possano scegliere insieme i loro governanti, e al tempo stesso al servizio del popolo, cioè finalizzata al benessere di tutti. Questo libro invita ad anteporre la retta comprensione dei nostri interessi agli istinti più ciechi, a scoprire le profonde affinità che legano gli europei, a ritrovare la fiducia in noi stessi. Ricordando che per guidare l’Europa oltre la crisi occorre “guardare lontano”.