God save the queer: il catechismo femminista di Michela Murgia

Michela Murgia, ‘God save the queer’: recensione

“(…) La fede in Gesù Cristo (e lo dico con un certo rammarico) non offre consolazione nel senso pacificatore del termine. Dopo più di duemila anni è ancora interlocutoria e a chi vi si confronta impone un linguaggio che resta sempre scomodo, perché implica uno spostamento dalla zona confortevole delle risposte a quella terremota delle domande (…)”. Credo che questo sia uno dei passaggi più incisivi ed esplicativi del nuovo e singolare libro di Michela Murgia, ‘God save the queer. Catechismo femminista’, edito da Einaudi. Il libro si presenta come un piccolo saggio teologico scritto con intelligenza ed acume attraverso un linguaggio che cerca di essere quanto più inclusivo possibile. La tesi del libro è: si può essere femministi e cattolici. E Michela Murgia spiega perché.

Ma qual è il Femminismo dell’intellettuale sarda?

Il Femminismo nacque alla fine del 1700 nell’ambito dell’Illuminismo ma è con la Rivoluzione Industriale che le donne diventarono forza lavoro e quindi cominciarono a riunirsi e a ragionare sulla loro dimensione sociale e privata chiedendo parità di diritti (in particolare il diritto al voto) attraverso la spinta all’azione. Nel corso della seconda ondata femminista, avvenuta tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, il Femminismo si concentrò soprattutto sui corpi (il diritto all’aborto, la contraccezione etc) partendo dal concetto che il personale è politico.

Oggi, come sottolinea Michela Murgia nel suo libro, sarebbe più corretto parlare di correnti femministe. Ad ogni modo con la terza ondata femminista, tra gli anni Novanta e i primi anni del Duemila, si pose l’attenzione sulla questione identitaria, in modo particolare di genere, orientamento sessuale e di etnia. Nacque così nell’ambito del Femminismo la Teoria Queer che si sviluppa partendo dagli studi del filosofo Michel Foucault, il quale sosteneva che la sessualità non è un ambito biologico bensì un costrutto della società. La Teoria Queer è nata per contestare il primato dell’eterosessualità. Per Queer dunque si intendono tutte le persone non eterosessuali e non cisgender.

Un piccolo saggio sulla cristianità femminista

Michela Murgia, da credente, spiega in ‘God save the queer’ che il messaggio di Gesù è in realtà molto inclusivo, nonostante la religione cattolica per fattori legati all’organizzazione sociale ed economica (quindi alla stessa sopravvivenza della proprietà privata e del patriarcato) sia stata fortemente maschilista ed escludente.

Per la scrittrice, “Gesù è un Messia queer”, perché Cristo non classificava e catalogava le persone in base al proprio orientamento sessuale. “(…) L’intera vicenda di Gesù, rivista in chiave queer, offre spunti preziosi di riflessione tanto alla militanza quanto alla fede, senza che appaia tra i due percorsi alcuna sostanziale incompatibilità (…)”, perché, precisa la scrittrice, “(…) accettare la queerness come prassi Cristiana significa riconoscere che il confine non ci circonda ma ci attraversa e che quel che avvertiamo come contraddizione è in realtà uno spazio fecondo di cui non abbiamo ancora compreso il potenziale vitale”.

Oltre che su Gesù, Murgia per avvalorare la sua tesi si sofferma sul Padre e sullo Spirito Santo, dunque sulla Trinità cattolica. E lo fa esaminando La Trinità di Andrej Rublëv che, attraverso un movimento circolare e mediante figure dai tratti sessuali non definiti, include e crea una interazione con qualunque osservatore.

Conclusioni

Con un’analisi acuta, Michela Murgia in questo pamphlet dimostra di conoscere bene le Sacre Scritture andando oltre i luoghi comuni che avvolgono il Cristianesimo e in particolare il Cattolicesimo. “(…) C’è un destinatario occulto in queste pagine, che occulto vorrei non rimanesse”. Murgia si riferisce all’intellettuale italiano credente che ritiene che la fede sia un fatto intimo tanto che dichiararla “sia una forma di pornografia, di sicuro un gesto professionalmente poco prestigioso”.

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Infatti, continua l’autrice, “ (…) il Cristianesimo – infantilizzato per decenni come fede di bambini e donne, l’ottusa dottrina del dogma che sospende la ragione, e la religiosità delle processioni e dei messaggi folkloristici- suscita ironia e spesso persino disprezzo tra letterati e letterati (…)”. Michela Murgia non si scusa di essere credente. “(…) Sono pronta – scrive – a dare ragione della mia fede e oggi, in questa fase della vita, sono pronta a dire che è quella ragione che negli anni mi ha resa femminista e mi ha aperto lo sguardo verso altri possibili modi di immaginare Dio (…)”.

Gesù infatti non esclude né separa e la Trinità è un’immagine molto più vicina a noi di quel che pensiamo. Il perché lo scoprirete leggendo il saggio, le cui argomentazioni rendono interessante e credibile la tesi esposta in ‘God save the queer. Catechismo femminista’ . Il libro – che si conclude con la postfazione di Marinella Perroni – va tuttavia letto tenendo presente la corrente femminista in cui si inserisce, ovvero il Femminismo Intersezionale. Maria Ianniciello

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