Sono gli ultimi giorni per visitare la mostra “Gli artisti italiani della Collezione ACACIA arte- Associazione Amici Arte Contemporanea promossa dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale e Associazione ACACIA. La mostra ha riscosso successi di critica e grande interesse da parte del pubblico, tanto che alla fine del primo mese di apertura si sono contati oltre 15.000 ingressi.
L’evento espositivo, curato da Gemma De Angelis Testa – Presidente di ACACIA – e Giorgio Verzotti, propone al pubblico circa 30 opere di artisti della collezione d’arte contemporanea dell’associazione.
Tutte le forme espressive delle arti visive sono qui rappresentate, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video e all’installazione. In mostra si possono ammirare lavori di Mario Airò (vincitore della prima edizione del Premio ACACIA), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Ogni artista vanta riconoscimenti nazionali ed internazionali.
ACACIA è un’associazione privata, senza fine di lucro, che incarna il ruolo di collezionista attivo, attento ai problemi culturali della propria città e, in generale, del proprio Paese. La promozione ed il sostegno dell’arte e del lavoro di giovani artisti italiani è tra gli scopi principali dell’associazione. In quest’ottica ACACIA sin dalla sua costituzione sta lavorando alla creazione di una collezione di opere d’arte contemporanea italiane. Un impegno che va di pari passo con la volontà dei soci dell’associazione di stimolare – attraverso diverse forme di collaborazione con le istituzioni pubbliche – la creazione di un museo di arte contemporanea al quale affidare la collezione stessa che è in continua crescita.
«Le collezioni sono un patrimonio unico per l’arte contemporanea a Milano – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – e la loro esposizione al pubblico, se guidata da criteri scientifici come accade per ACACIA, può costituire un contributo importantissimo per dar forza a quell’idea di Museo Esteso sul Territorio che stiamo costruendo a Milano».
Dalla sua nascita, inoltre, l’associazione ha istituito il Premio ACACIA per l’arte contemporanea che ogni anno viene assegnato ad un artista italiano ‘under 40’ a riconoscimento del suo lavoro in ambito nazionale ed estero e che viene inserito nella collezione.
«La collezione – commenta a proposito Gemma De Angelis Testa – costruisce una memoria di vicende culturali, di incontri e di stimoli affascinanti che riflettono le idee e le poetiche del nostro tempo. Aprendo al pubblico la nostra raccolta vogliamo certamente proporre un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perché l’arte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bensì sia promossa, conservata e tutelata».
L’esposizione a Palazzo Reale da un lato testimonia l’operato di ACACIA e dall’altro propone una riflessione sull’attuale panorama dell’arte italiana di ultima generazione, che ha dato la spinta propulsiva alla creazione della collezione nell’ottica di una nuova forma di ‘mecenatismo collettivo’.
Il filo rosso, il comune denominatore che lega tutti gli artisti in mostra è il rifiuto di considerare l’arte come un esercizio formale, vuoto e puramente autoriferito. Giorgio Verzotti – co-curatore della mostra – sottolinea, inoltre, che lo spirito che pervade i protagonisti del panorama contemporaneo italiano è la tensione verso un rapporto autentico con la realtà che spesso si tinge di ironia sino a diventare, a volte, critica estrema e vera provocazione. E continua: «sono gli anni in cui in Italia ha cominciato a funzionare quello che viene definito ‘il sistema dell’arte’: vale a dire un organismo ben articolato al suo interno, un campo di sinergie pubbliche e private che insieme hanno finalmente svolto il ruolo di promotori dell’arte. Questa mostra è una delle tante conseguenze della ritrovata vitalità del sistema italiano».
La mostra presenta per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio ACACIA 2012: “Theory in order to Shed Light”. I suoi lavori sono definiti “sculture filmiche”, l’artista infatti ama esprimersi attraverso l’uso del video che smembra nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola è la parte che più interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica. Rosa Barba utilizza vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia.
Accompagna la mostra un catalogo pubblicato da Silvana Editore con testi critici di Gemma De Angelis Testa e Giorgio Verzotti. L’evento si avvale del contributo di sponsor attenti al mondo dell’arte: TestaperTesta, Deutsche Bank, Vhernier e Open Care.