La mostra Slitscape ospitata nel Museo del Novecento a Milano fino al prossimo 4 settembre è la risposta di un artista poliedrico e fuori dagli schemi come Claudio Sinatti (1972-2014) a quella che possiamo pensare come la ricerca del Sacro Graal nel campo dell’Arte. Da sempre infatti chi scolpisce, disegna, dipinge o più generalmente crea tenta di riprodurre scintille di vita e di realtà nelle proprie opere, e ognuno lo fa nel modo a lui più congeniale. Il movimento, la velocità, il tempo (modi diversi in cui si tenta di definire quello che manca all’arte, per sua stessa natura legata a un momento cristallizzato) sono stati resi parte integrante di quadri come nel caso della Notte stellata di Van Gogh grazie alle volute di energia e colore nel cielo; di sculture come l’Apollo e Dafne del Bernini in cui sono la metamorfosi e la dinamicità a dare forma alle figure di marmo; di quella che è l’intera poetica di un movimento come il Futurismo capace di abbracciare arte figurativa, scultura e persino poesia senza soluzione di continuità.
Sinatti invece ha utilizzato per le ventisette immagini che compongono la mostra il procedimento dello slit-scan, una ripresa fotografica a obbiettivo aperto che verrà poi rielaborata da un software grafico attraverso cui vengono ricomposte, saturate, rielaborate artisticamente. Il risultato sono appunto queste opere esposte (scelte tra oltre duecento) che coprono un arco temporale che va dal 2012 al 2013. Paesaggi urbani diversi (Milano, Dubai, Livorno, Verona, New York…) sono rappresentati come nastri che possono essere letti indifferentemente da sinistra a destra e da destra a sinistra, seguendo flussi di pensiero e di vista propri dell’osservatore. Il tempo quindi, questa variabile elusiva e difficilmente riproducibile, diventa immagine bidimensionale e per farlo si sdoppia in due: da un lato c’è l’istante catturato dal mezzo tecnico e presente nell’hic et nunc dell’artista allo scatto, dall’altro diventa il tempo necessario all’osservatore per decodificare – secondo le proprie esperienza e percezione – queste immagini così simili a rappresentazioni di un futuro distopico ma che in realtà appartengono a un comune recente passato. Presente, passato e futuro diventano quindi tutt’uno, si annullano per unirsi a forme, colori, sentimenti e sensazioni e raccontare concettualmente un luogo che in qualche caso è fatto di persone colte in momenti quotidiani a loro insaputa, e in altri è invece creato da echi di quelle stesse persone: luci, oggetti, presenze, ombre, palazzi… Sono immagini che ti permettono un viaggio con la mente in luoghi lontani ed emotivi, privati e condivisi, interni e “altro da sé”, immagini evocative. Simboliche. Surreali ma familiari, capaci di trasmettere l’ispirazione artistica che le ha generate non soltanto come parte di un percorso creativo, ma ognuna indipendentemente dalle altre e singolarmente, a riprova del valore universale del messaggio che a loro è stato implicitamente affidato.
Insieme alle fotografie di Slitscape, che approfittano anche di una involontaria ma efficace “colonna sonora” rappresentata dal cigolio ritmico e ipnotico di una scala mobile posizionata al centro di un’algida sala in cui le opere sono esposte, anche tre diversi video che Claudio Sinatti ha girato e che rappresentano diversi momenti della sua carriera: Gardening (2000), Shaved Mint (2007) e Canzone di Sabbia (2012) e interventi di lettering site-specific che il writer e calligrafo Luca Barcellona ha appositamente realizzato per omaggiare l’amico prematuramente scomparso. Le diverse esperienze artistiche di Claudio Sinatti dunque (con un inizio da writer a metà degli anni ’90 nella scena underground milanese, a cui ben presto si affiancano lavori come videomaker e collaborazioni con artisti come Casino Royale, Sarah Jane Morris o Africa Unite, ed infine di artista digitale di fama e pioniere del video-mapping) convivono in questa installazione curata da Cesare Cicardini allestita al quarto piano del Museo del Novecento, per arrivare alla quale si passa davanti ad alcune delle opere che hanno fatto la storia dell’arte dell’ultimo secolo: dal Quarto Stato a Boccioni, Balla, Modigliani, Mondrian, Kandinskij… un percorso fisico e culturale insieme di cui non si può evitare di cogliere l’ironica e benevola implicazione. La mostra Slitscape ha infine anche una valenza sociale, grazie alla Fondazione Vodafone Italia che sostiene il progetto di ricerca in memoria di Claudio Sinatti Sequenziamento di nuova generazione del genoma, finanziato dall’Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma realizzato dall’Istituto Nazionale dei Tumori.