MILANO SI RACCONTA IN “ADDIO ANNI ’70”

Una fotografia di Ugo Mulas

Palazzo Reale prosegue il suo dialogo con l’arte contemporanea con Addio Anni ’70. Arte a Milano 1969-1980, dal 31 maggio al 2 settembre 2012: un viaggio attraverso opere, artisti e situazioni protagonisti a Milano nel decennio compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta.

La mostra, a ingresso gratuito, è ideata e prodotta dal Comune di Milano–Cultura e Palazzo Reale, su un progetto di Francesco Bonami e Paola Nicolin, con il sostegno di 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e pone l’accento sul sistema dell’arte a Milano e sulla produzione culturale legata alle arti visive che caratterizzò la scena cittadina di quegli anni, attraversati dalla tempesta della politica.

Il percorso espositivo è strutturato non tanto come una ricostruzione storica, una rassegna o una mappa cronologica, quanto piuttosto come una delle letture possibili di quegli anni, una sequenza di opere e voci che diventano progressivamente rivelatori di una situazione viva, mettendo a confronto opere di pittura, scultura, fotografia, video e film d’artista, installazioni, documentazione video e sonora legata ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza, completate da una selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici. Dalla Milano di Ugo Mulas a quella di Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, dalle installazioni di Luciano Fabro e di Luise Nevelson alle sculture di Arnaldo Pomodoro, da Christo alla biro su carta di Alighiero Boetti.

«Addio Anni 70 desidera restituire una situazione complessa, una solida polifonia di voci di un decennio irregolare, caratterizzato dalla coincidenza degli opposti, compreso tra l’esaurirsi della stagione delle speranze, delle utopie, del protagonismo dei soggetti collettivi e delle grandi trasformazioni del’68 e la corsa al benessere diffuso e protetto, al consolidarsi dell’individuo attorno alle categorie del mercato e  dello sviluppo economico», spiegano Francesco Bonami e Paola Nicolin, curatori della mostra. «In mezzo ci sono dieci anni che hanno fatto di Milano una delle città più insanguinate dalla strategia della tensione e del terrorismo, una città simbolo per il Paese, dove convivono due anime: l’anima violenta della guerriglia e l’anima post-moderna, gaudente, che sboccerà nei successivi anni Ottanta. Queste due anime convivono per tutto il decennio e contribuiscono a connotarlo come un periodo ‘doppio’, come un ‘gemello’. Così facendo del decennio la mostra desidera sottolineare quella condizione di compresenza di due anime e insieme riflettere un preciso modo di intendere il ruolo dell’artista e il processo creativo come sintesi di dualismo d’intenti».

In questo senso si muove anche il progetto editoriale concepito come integrazione della mostra, di uguale importanza e rilievo nella economia del racconto. Il libro che accompagna l’esposizione, realizzato da Mousse, è  infatti un’antologia di testi e immagini d’epoca, selezionati e ristampati per l’occasione. Si tratta di documenti introvabili, provenienti da archivi, gallerie, fondazioni e biblioteche, utile punto di partenza per chiunque fosse interessato ad ulteriori sviluppi e analisi della storia artistica milanese.

Apre e chiude il percorso una reading room. Per restituire la complessità del periodo di riferimento affiancheranno la mostra una serie di attività e momenti di approfondimento tematico pubblici e gratuiti.

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