Dagli studi di Real Time alle librerie, ed ecco Molto Bene, il nuovo libro di ricette di Benedetta Parodi
Qual è l’arte che c’è dietro un piatto?
Benedetta Parodi, forte anche della recente esperienza televisiva americana, cerca di rispondervi a modo suo, non vuole ergersi a chissà quali standard di eccellenza, sa che la “perfezione” è appannaggio degli chef stellati. Lei entra nelle case della gente con brio e con la voglia di stimolare l’arte culinaria anche nel piatto più veloce che possa esistere.
Martedì 7 ottobre, nella cornice dell’Eataly milanese, la Parodi ha presentato il suo ultimo libro, “Molto bene” (dall’omonimo titolo del programma su Real Time ed edito da Rizzoli); nonostante sia arrivata alla sesta pubblicazione, riesce ancora a trovare ingredienti e idee per stuzzicare la nostra curiosità e stimolare la fantasia del lettore-spettatore. «In cucina non si può essere depressi» ed è proprio questo lo spirito che passa quando conduce le sue trasmissioni, dando anche un’immagine diversa rispetto a quella che normalmente si ha del cuoco. Attenta alla presentazione estetica (partendo da lei), si avvicina molto a chi la guarda per la spontaneità dei suoi modi, quando cucina sbaglia e cerca di rimediare proprio come farebbe ognuno di noi; al contempo ha un occhio di riguardo verso le tasche degli italiani e con sguardo concreto suggerisce anche surgelati o sfoglie già pronte come base per le proprie ricette. Un esempio è l’indicazione dell’astice surgelato in un piatto perché andrà fritto, si rende perfettamente conto del costo del crostaceo e cerca di dar consigli pratici per ricette succulente, ma non particolarmente costose.
In un panorama televisivo che prevede un’offerta variegata di trasmissioni sulla cucina e in cui i diversi format vogliono spesso prevalere sull’altro o aggiudicarsi il primato, è importante andare oltre e riscoprire la genuinità della cucina, anche perché ogni personaggio/cuoco fa a proprio modo.
Risiede qui uno degli approcci propositivi di Benedetta Parodi: lei non clona né replica, ma reinventa a proprio modo magari ricette base della tradizione – partendo dalla sua cultura piemontese –, o crea ex-novo e se sceglie di riproporre un piatto che l’ha colpita in un ristorante, cerca di dare onore al merito e cita la fonte originaria. Anche nel libro si ritrova un po’ la formula adottata nella trasmissione su Real Time, al di là del modo classico di scrivere una ricetta, condisce il tutto con un consiglio o col racconto di come sia nata quella ricetta, quasi a voler riproporre il rapporto a tu per tu tra lei nel suo laboratorio in tv e noi a casa.
Nell’ottica del fai da te, la Parodi ci svela che le foto dei piatti presenti nel libro (questa volta ancora più ricco di immagini sul procedimento e non solo sul risultato finale) sono opera sua, un’altra “impresa” che la portava a sporcare anche la macchina fotografica mentre cucinava in tempo reale.
Spesso Benedetta ha coinvolto tra gli ospiti i suoi famigliari e anche nel corso della presentazione un’uscita simpatica di suo fratello ci svela un altro ingrediente che la accomuna a molti. Fin quando viveva in casa, con la mamma chioccia che cucinava, la giornalista non aveva mai «mosso un dito», ma la passione covava in lei, poi uscita da quelle mura protettive in cui spesso la regina della cucina è la mamma, ha potuto prendersi i propri spazi e dar libero sfogo a un hobby trasformandolo in lavoro.
In “Molto bene” la suddivisione non è standard come si potrebbe immaginare (antipasti, primi, secondi ecc…), ma segue più il piatto (pasta, risotti, fritti, polpette…) come se si volesse andare dritti alla gola del lettore e allo stesso modo permettergli più facilità nella ricerca. Non manca la contaminazione con le altre culture culinarie (vedi, ad esempio, lo yakitori), rivisitandole sempre in un’ottica nazionale.
La Parodi non si è risparmiata nell’offrire consigli culinari su ciò che le riesce meglio, il risotto, e sulla torta di compleanno d’effetto per chiudere la cena, la lemon merengue pie, suggeritale da una nipotina africana.
Spesso si teme che dietro lo schermo sia tutta una costruzione e, invece, poi rimaniamo colpiti per l’auto ironia, la passione e la “normalità” che persone come Benedetta Parodi trasmettono dal vivo, pronte anche a confrontarsi col pubblico se nell’impasto degli gnocchi vada l’uovo o meno a seconda della scuola di pensiero.
Ora non resta che provare questi nuovi piatti mettendo il proprio tocco, solo le immagini stuzzicherebbero l’appetito e la voglia di cucinare di chiunque!
Maria Lucia Tangorra