Il Cile con le sue bellezze paesaggistiche e la sua ricchezza umana sarà al centro di due mostre che saranno inaugurate a Napoli, all’interno dei suggestivi spazi di a Castel dell’Ovo, il 6 settembre 2012: la doppia personale “Valaparaiso-Napoli”, degli artisti Loro Coirón e Gonzalo IIabaca e la personale di fotografia di Pablo Godoy “Gente de Chile”.
“Valparaiso-Napoli” è uno sguardo su Valparaiso, attraverso gli occhi di due artisti che sono rimasti affascinati dal mitico Porto (dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 2003) e che nelle loro opere hanno messo sullo stesso piano gli abitanti e la ricchezza architettonica della loro città, concentrando tutto sulla nostalgia che anima di poesia la baia di questo porto del Pacifico. Così Loro Coirón con le sue incisioni in bianco e nero e Gonzalo IIabaca con i suoi dipinti esuberanti di colori, materializzano, davanti a noi, due visioni complici e complementari di una stessa Valparaiso, il Porto che aveva già incantato il Premio Nobel Pablo Neruda e Ruben Dario, che scrisse qui “Azul” , la sua opera più significativa. Il Curatore Giuseppe Ussani d’Escobar afferma: “Gonzalo Ilabaca, con le sue opere, ricrea davanti ai nostri occhi una Valparaiso allucinante e visionaria, una città in grado di generare e deformare i sogni. I suoi “Ni adentro ni afuera” e “No tienes corazon” vedono al centro un personaggio che riempie lo spazio, che media il rapporto tra l’osservatore ed il luogo, quasi un custode-guida-guardiano di quel mondo onirico.” ed ancora “Loro Coiron cerca continuamente un suo codice di linguaggio per esprimere il suo stupore di fronte alla magia di Valparaiso, sembra trovarlo, ma poi lo abbandona poiché la realtà di Valparaiso è in perpetua metamorfosi, non si stabilizza mai creando nell’artista quell’ansia di espressione che pochi luoghi nel mondo riescono a favorire”.
Nella sua personale “Gente de Chile” invece, Pablo Godoy si è concentrato nell’indagine di tematiche dall’alto contenuto sociale, ricercando le forme e le espressioni più autentiche del dramma umano e dell’abbandono. Il curatore della mostra, Giuseppe Ussani d’Escobar, scrive: “Pablo Godoy è un giovane fotografo che attraverso il suo occhio attento, ci regala attimi di pura e profonda arte, cattura istintivamente nel lampo di uno scatto, l’invisibile ad occhio nudo, le magiche simmetrie delle persone sedute sulle panchine del Parque Forestal, le espressioni dei volti che raccontano pensieri ed istinti. Una narrazione della città di Santiago che scorre fluida, gradevole, ma allo stesso tempo potente. Affiorano personaggi che sembrano provenire da universi paralleli: il travestito di “Ciglia di Arcobaleno”, la “Fata del Parque Forestal”, la ” Bambina azzurra con cane”, e la Mima del “Io mi muovo tra la luce e l’ombra”.