Recensione del libro di Cosimo Di Bari, I nativi digitali non esistono
‘I nativi digitali non esistono’: è questo il titolo provocatorio del nuovo libro di Cosimo Di Bari. Edito da uedizioni (la casa editrice della rivista pediatrica Uppa), il volume si presenta come un piccolo e agile manuale che graficamente ricorda un libro digitale, con codici QR, che rimandano ad articoli e risorse, e con paragrafi e capitoli brevi. (Trovi il libro qui)
Integrati e apocalittici. E tu che genitore/educatore sei?
Cosimo Di Bari è ricercatore di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli studi di Firenze. Si occupa nello specifico di Media Education e di pedagogia delle differenze. In questo libro Di Bari si prefigge l’obiettivo di educare a un uso consapevole, creativo e responsabile dei Media digitali andando oltre la dicotomia, teorizzata da Umberto Eco nel 1964, tra integrati e apocalittici.
Gli integrati, specifica l’autore, sono coloro che hanno un approccio istintivo ai nuovi Media, lasciano i figli davanti agli schermi per calmarli, non con una finalità educativa. I cartoni, le applicazioni, i videogiochi diventano così uno strumento per anestetizzare ed acquietare i bambini, in una società frenetica. I genitori, sempre più stressati, per poter svolgere incombenze domestiche necessarie, come cucinare, fare il bucato, stirare, oppure per poter trascorrere una serata piacevole al ristorante delegano agli schermi un ruolo che non dovrebbero ricoprire.
Dall’altra parte ci sono poi gli apocalittici, ovvero coloro che eliminano totalmente gli schermi dalle loro abitazioni e dalla loro vita. Entrambi gli atteggiamenti, secondo il pedagogista, sono controproducenti. Educare a un uso consapevole dei nuovi Media, significa invece supportare ed accompagnare i bambini che – sostiene l’autore di questo libro -, pur essendo nati nell’epoca del digitale, hanno la stessa struttura cerebrale dei bambini di 100 anni fa. Nativi digitali è un’espressione – precisa Di Bari – abusata e fuorviante, perché non supportata da prove scientifiche. I bambini emulano gli adulti. Li osservano. Se un adulto usa compulsivamente e continuamente lo smartphone, il piccolo vorrà certamente imitarlo.
“(…) Sorvegliare (e punire, per citare Michel Foucault) è senza dubbio più semplice che osservare: l’osservazione richiede pazienza e capacità di “esser-ci” senza far percepire la propria presenza come ingombrante e assillante, capacità di supportare senza risultare invadenti, ascoltando non solo sul piano uditivo ma anche su quello visivo ed emotivo (…)”.
E allora come fare per educare ai nuovi Media in modo consapevole e responsabile?
Di Bari in questo libro dà tutta una serie di indicazioni illuminanti, mettendo al centro l’osservazione. Non esiste tuttavia una ricetta standardizzata per ogni famiglia. I genitori dovranno adattare i consigli di questo libro al loro stile di vita e al loro contesto. Ad ogni modo ci sono suggerimenti per scegliere accuratamente i cartoni animati, le app e i videogiochi seguendo alcuni parametri precisi e ponendosi le giuste domande affinché gli schermi diventino un mezzo, come lo è il libro per esempio, per apprendere divertendosi anziché per rafforzare stereotipi, con un linguaggio non consono e magari anche violento, anestetizzando e rendendo i bambini spettatori passivi. Maria Ianniciello