A Huntsville, Texas, un uomo sta per essere giustiziato. A Roma Marco Rossi ha una vita allo sfascio, sospeso in un’esistenza insoddisfatta sempre più precaria non ha idea di chi sia quest’uomo né del perché sia stato chiamato ad assisterlo negli ultimi giorni prima dell’esecuzione. La storia ci porta così avanti e indietro nel tempo, ricostruendo 30 anni di vita perduta. Fino al momento in cui Marco capisce che deve correre in Texas il prima possibile. “Il ritmo del silenzio” di Otello Marcacci, Edizioni della Sera, ci porta dalla Siena anni ’80 al caldo torrido del Texas meridionale. Il come è tutto da scoprire nel mezzo della storia.
Otello Marcacci è un maremmano nato sotto il segno dei pesci. Crede nella immortalità delle biblio- teche e, segretamente, ha sempre ambito provare a viaggiare nelle vite degli altri. Non sopporta gli intolleranti e, nonostante si sia laureato in economia con il massimo dei voti, a volte, riesce persino a ricordarsi i nomi di tutti i sette nani. Ha un debole per la letteratura russa ma va a letto tutte le sere con i libri di Joe Lansdale per cui ha un amore viscerale. Ovviamente non ricambiato. E quindi lo tradisce di tanto in tanto con Kurt Vonnegut e qualche altro genio simile, così, tanto per gradire. Ha pubblicato “Gobbi come i Pirenei” con NEO Edizioni nel 2011. “Il Ritmo del Silenzio” è il suo secondo romanzo.
Letto e trovato molto bello.
Tre amici che vorrei avere nella vita vera.
In qualche modo mi ha ricordato “Due di due” di Andrea De Carlo
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