Domani, mercoledì 20 marzo 2013, alle 16.30, nella Sala del Mito della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, sarà presentato il volume Nel segno del colore e del corpo. Il regista-scenografo Aleksandr Golovin. Sperimentazione e riforma nella scena russa dal 1878 al 1917 di Donatella Gavrilovich, edito da UniversItalia, Roma 2011. Ne discuteranno Jolanda Nigro-Covre e Claudio Zambianchi. Coordina Stefania Frezzotti. Sarà presente l’autrice.
L’opera del pittore e regista-scenografo Aleksandr Golovin (1863-1930), di cui non esiste in Occidente uno studio monografico esaustivo, si dipana come un filo rosso attraverso le sperimentazioni attuate sulla scena russa tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. L’indagine, condotta su materiali inediti in Italia, si allarga al complesso contesto storico, culturale e artistico svelando scenari inesplorati, dai quali emergono figure marginali che acquistano spessore e rilevanza. Savva Mamontov non è solo il mecenate della rinascita delle arti nella Russia di fine XIX secolo, è anche il regista russo, di cui i principi teorici e l’esperienza sinestetica Golovin porta sulla scena dei teatri imperiali. Qui incontra il coreografo Gorskij con il quale rinnova lo spettacolo di danza e poi Fokin, con cui mette in scena insieme a Stravinskij l’Uccello di Fuoco a Parigi. Il saggio rivela il ruolo svolto da Djagilev nella costituzione dei Ballets Russes e chiarisce l’ostilità dei membri del Mondo dell’ Arte nei confronti di Golovin. Lo scenografo è in contatto con Kandinskij e Merežkovskij, conosce la Duncan, lavora con Šaljapin, Sanin, Stravinskij e Stanislavskij, studia le teorie di Appia e le applica in teatro creando uno spazio scenico moderno. L’originalità del saggio consiste nella ricostruzione filologica degli allestimenti più importanti di Golovin. Tra questi vi sono spettacoli storici come Dom Juan di Molière (1910), Orfeo ed Euridice di Gluck (1911) Uragano di Ostrovskij (1916) e Il ballo in maschera di Lermontov (1917), che Golovin mette in scena ai Teatri Imperiali collaborando alla regia con Mejerchol’d dal 1908 al 1917.