Siamo il 99 per cento, una bella percentuale paragonata a quel solo 1 per cento della popolazione mondiale che detiene il potere economico e finanziario e che, con strategie capitalistiche spesso azzardate, ha provocato una crisi senza precedenti che subisce soprattutto la stragrande maggioranza della popolazione che, invece, non detiene alcun potere. In Noi siamo il 99% (Nottetempo, 152 pagg., 9,35 euro), in uscita il prossimo 20 agosto, sono raccolti gli interventi di Noam Chomsky, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, ad alcune assemblee di Occupy, il movimento di contestazione e disobbedienza civile nato negli Stati Uniti nel settembre 2011 per protestare contro il potere ormai fuori controllo del capitalismo finanziario (che rappresenta solo l’1 per cento della popolazione), che ha trascinato in una crisi senza precedenti l’economia mondiale. La forza di questo libro è che il lettore italiano lo sentirà presto “familiare”: perché i problemi politici, economici e sociali di cui Chomsky parla, messi all’ordine del giorno dai partecipanti al movimento, sono palesemente analoghi a quelli con cui ha a che fare il nostro paese in questo momento critico della sua storia.