Olimpia Biasi e le opere vegetali

olimpia_5Brescia- “Lagapantodiluchino e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia”. Questo il titolo del libro che si presenterà il prossimo 31 agosto, alle 18, a Rovato, provincia di Brescia. Olimpia Biasi, pubblica con Compiano editore.

L’artista- Ciò che la caratterizza è la sua fantasia senza confini. Le sue opere trasudano gioia e pace dei sensi. Olimpia Biasi è un’artista completa. Le sue opere hanno affascinato la Biennale di Venezia nel 2011. Ora si ripresenta al pubblico con un nuovo progetto: raccogliere in un libro i dipinti più prestigiosi della sua carriera floreale. È una donna di carattere. Attenta e prodiga nei confronti della natura. Di origine trevigiana. I paesaggi di campagna hanno nutrito la sua fama di colori. La sua sensibilità un giorno fu ammaliata da un vecchio capanno abbandonato. Lei gli ha donato la vitalità. Le spoglie pareti ingiallite, ora sorridono sotto l’effetto dei fiori. Così come la terra intorno alla vecchia dimora, terra incolta e selvatica, ora splende in tutta la sua bellezza incantata. Per vocazione riporta su tela il suo amore per il giardinaggio.

La passione e la connessione tra queste due discipline, quindi tra pittura e natura è spiegata all’interno del libro “Lagapantodiluchino e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia, arricchito con sessanta disegni, realizzati a penna

I suoi capolavori come le sue piante hanno una storia. Sono vive e saranno esposte a Castello Quistini, dal 31 agosto al 6 settembre. Non solo dipinti da guardare con gli occhi bensì da ammirare con l’animo intero. Pause, tempi; poetica e umori vegetali che si riflettono anche nella vita di ogni giorno dell’essere umano.

Fiori e musica- I fiori, l’essenza della libertà, è o’sciore chiù felice, l’uomo senza radici. L’uguaglianza. Nessuno deve essere sottomesso al volere altrui. Gli Almamegretta, lo hanno messo per iscritto nella canzone intitolata appunto “o’ scriore chiù felice” contenuta in Sanacore, 1995. Il gruppo reggae-dub napoletano, con la voce del Raiz, concentra in questa canzone la tematica della libertà individuale. Libertà di espressione, libertà di movimento, libertà di parola. Il fiore più felice, è l’uomo senza radici.

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