C’è un’altra star delle Olimpiadi insieme agli atleti, un protagonista che riesce a riportarci l’emozione, lo spettacolo e l’adrenalina che stiamo vivendo in questi giorni ogni volta che vogliamo: il cinema. La settima arte ,infatti, ha toccato l’Olimpiade migliaia di volte, in tutte le sue forme. Impossibile non ricordare proprio in questi giorni di Londra 2012 almeno alcuni di questi capolavori. Facendo una miniclassifica, meritata la medaglia di legno per “Munich”, un thriller di Steven Spielberg nel quale si racconta del settembre nero alle olimpiadi di Monaco 1972.
Bronzo per “Miracle” di Gavin O’Connor, ispirato alla storia vera dell’allenatore di hockey Herb Brooks. Pellicola convincente, nonostante non abbia ottenuto molto successo a livello di incassi. Eccellente il ritratto dell’allenatore protagonista della storia, interpretato da Kurt Russel. Bravi anche i coprotagonisti Patricia Clarkson e Eddie Cahill.
Sul secondo gradino del podio ufficiale troviamo invece “Olimpia”, il film – documentario sui Giochi Olimpici di Berlino ’36 di Leni Riefenstahl. Pellicola dalla durata superiore alle quattro ore, divisa in due parti: “Fest der Völker” (Olimpia: festa dei popoli) e “Fest der Schönheit” (Olimpia: festa della bellezza). Grazie al regime hitleriano, la regista tedesca all’epoca ebbe grandi mezzi a disposizione per poter girare uno dei lungometraggi che ha fatto la storia del cinema. Il lavoro mostra senza inibizione tutto ciò che realmente accadde a quelle odiate – amate olimpiadi, compresi tutti i momenti di imbarazzo e rabbia che vedono protagonista lo stesso dittatore. Incredibile la scena della maratona e soprattutto degna di nota la collaborazione del musicista Herbert Windt, per la realizzazione della colonna sonora.
La medaglia d’oro va a giudizio unanime e indiscutibile a “Momenti di Gloria”, lavoro votato già nel 2008 per essere il più “olimpico” dei film. La pellicola più bella mai realizzata sui sogni degli atleti e i loro risultati alle olimpiadi. Una storia che racchiude la sua potenza nella sua estrema semplicità. Il racconto di due velocisti inglesi profondamente diversi, uniti però dalla stessa incredibile passione per la corsa. Non un semplice film sulle Olimpiadi di Parigi del ‘24, ma sul modo in cui gli Atleti si rapportavano allora ad un evento sportivo così importante, che forse è lo stesso in cui ci auguriamo si rapportino ancora oggi. Vincitore di 4 premi Oscar, detiene il primato mondiale dalla sua uscita nelle sale del 1981. Impareggiabili gli attori protagonisti Nigel Havers e Ben Cross.
E oggi? Oggi nonostante il primato resti al film del regista Hugh Hudson, non possiamo dire di essere a corto di emozioni. Il lavoro di tutti gli atleti che in questi giorni stanno gareggiando per cercare di portare a casa più di un semplice ricordo, vale più di mille film. In questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio percorso: ad un cammino che va dal sacrificio, alla gloria alla delusione, al ritrovo della motivazione. Le immagini che ci arrivano da Londra non vogliono solo mostrarci cosa gli atleti vorrebbero diventare, ma sono soprattutto la testimonianza concreta di cosa questi campioni siano già.
Maria Rosaria Piscitelli
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