Quali sono le origini del patriarcato? E come mai le religioni monoteistiche adorano un Dio maschio? Joseph Campbell, famoso mitologo, ha fatto chiarezza per rispondere a questi e ad altri interrogativi. Partendo dal lavoro dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, lo studioso di mitologia ha definito e tracciato il percorso della dea che era venerata nel Neolitico ed era vista come una Grande Madre che partoriva e faceva crescere i suoi figli. Ma la Dea come la donna aveva molteplice sfaccettature a seconda delle stagioni e dei periodi, anche di carestia.
Il culto della dea e le origini del patriarcato nel libro ‘Dee’
‘Dee. Il mistero del divino femminile’ è una raccolta di saggi di Joseph Campbell, edita da Tlon, che va sulle tracce della Grande Madre e approfondisce un aspetto singolare e spesso ignorato: l’essere umano, allontanandosi dalla natura, ha preso le distanze anche dall’essenziale. La donna, con tutte le sue peculiarità, è stata così nel corso dei secoli vilipesa e ferita, proprio perché degna rappresentante di quel mondo ancestrale e legato ai culti della terra che sono stati soppressi in nome della virilità, della forza, intesa come prevaricazione, e della gerarchia.
Ma questo passaggio non è un avvenuto come noi figli della globalizzazione possiamo immaginare ed intendere. Tutt’altro. C’è stato infatti un momento specifico in cui, secondo Campbell, si è verificato lo strappo tuttavia il processo è stato lento, tanto che la Dea ha continuato a sopravvivere e a comparire nell’oscurità cambiando volto.
Nel libro Campbell scrive: “(…) in linea di massima, quando l’accento è posto sulla caccia troviamo una mitologia incentrata sul maschile, quando invece è sulle piante la mitologia è incentrata sul femminile (…).
Dunque, in ‘Dee. Il mistero del divino femminile’ si parte dall’età del bronzo passando per il periodo classico, mediante la mitologia omerica, per arrivare al romanzo cortese europeo e al Rinascimento. Secondo Campbell, la Madonna dal punto di vista mitologico non è altro che la Dea.
“Attorno al 10.000 a.C., iniziamo a trovare i segni dell’agricoltura e dell’addomesticamento degli animali. Passiamo da comunità di cacciatori-raccoglitori a comunità agricole stabili. Gradualmente queste comunità si ingrandiscono ed alcuni centri diventano importanti snodi commerciali che si sviluppano fino a diventare città. Le prime città compaiono nella valle del Nilo, durante il IV millennio a.C. (…) Ora l’arco di tempo tra 10.000 e il 4.000 a.C. è il Neolitico, l’età della pietra nuova, e la sua principale divinità è la Dea. La donna mette al mondo e fornisce nutrimento proprio come Madre Natura, e la sua magia corrisponde a quella della terra; questo legame profondo è fondamentale (…).
Ma come si è arrivati al Patriarcato? Come sostenuto, il processo non è stato veloce né semplice. Campbell afferma che “(…) durante il IV, III, II, e I millennio a.C. assistiamo alle invasioni di popoli nomadi dediti all’allevamento”. E, “nel mondo occidentale abbiamo due tipi di invasori. Uno è quello dei Semiti (…)”. L’altro è quello degli ariani o Indoeuropei. Questi popoli, che basavano tutta la loro esistenza sulla guerra e sulla forza, veneravano divinità maschili.
Ora, qui è stato molto semplificato il percorso ma nel libro il viaggio della Dea, che fu schiacciata da un Dio maschile, è raccontato con dovizia dei dettagli.
Anche se ancora non c’è nulla di certo, perché tutto è in divenire e gli studiosi si stanno confrontando su questi temi, ‘Dee. Il mistero del divino femminile’ è un libro da leggere.
Questo volume ci spiega molto sulla Grande Madre ed è un ottimo punto di partenza per ulteriori studi anche sulle origini del patriarcato. Voto libro: [usr 4]