Che effetti hanno i social network sulle nostre vite oramai sature di informazioni? Che cosa ci spinge, quasi fosse un obbligo, a impegnarci tanto diligentemente con i diversi network?
Geert Lovink, fondatore e direttore dell’Institute of Network Cultures e uno dei massimi studiosi dei nuovi media e della rete, analizzando criticamente i motori di ricerca, video online, blog, radio digitale, mediattivismo e Wikileaks, in Ossessioni collettive. Critica dei social media (Ube 2012, 304 pagg., 26 euro), esamina l’ ossessione collettiva per l’identità e il management di sé coniugati con la frammentazione e il sovraccarico di informazione della cultura online.
Se piattaforme come blog, forum di discussione venivano considerati come una frontiera della libertà di parola, gli eventi degli ultimi anni hanno messo a dura prova tale convinzione imponendo uno sforzo di riflessione critica che aiuta a chiarire l’attuale portata di concetti quali partecipazione democratica e sfera pubblica.
Per Lovink i blog, per esempio, danno vita a comunità di persone che la pensano allo stesso modo «finendo per confinare il dibattito entro nuvole di blog omogenei… la possibilità di rispondere è spesso completamente eliminata ma, anche quando ciò non accade, il gesto di commentare un blog con il quale si è in disaccordo è addirittura considerato insensato».
Ecco allora che il ripetuto richiamo dell’autore alla necessità di un impegno comune affinchè siano reintrodotte condizioni autentiche di dialogi per sottrarsi alla intrinseca inclinazione all’autoreferenzialità.Siamo incapsulati in reti prive di scopo e divoratrici di tempo? Veniamo allora risucchiati sempre più in profondità in una caverna sociale senza sapere cosa stiamo cercando?
Il merito di Lovink è nell’approccio che permette di aprire nuove strade alla critica sociale dei media contemporanei. Lovink ha scelto di stare nei media, di vivere a fondo i network sociali, facendo sue le contraddizioni intrinseche della rete riuscendo “ad andare oltre il presente stato delle cose”. Leggere Lovink significa dare inizio a un viaggio che conduce a toccare i momenti più significativi della breve saga delle culture di rete.
Il libro è un forte messaggio a tutti gli utenti della Rete: liberiamo le nostre capacità critiche e cerchiamo di influenzare tecnologia e spazi di lavoro, o saremo destinati a sparire nella Rete. Pungente e acuto, senza essere pessimista, Lovink offre una critica delle strutture politiche e del potere incorporati nelle tecnologie che modellano la nostra vita quotidiana.
Geert Lovink, fondatore e direttore dell’Institute of network Culture, associate professor all’università di Amsterdam, professor of Media theory alla European graduate school, Saas-Fee in Svizzera, è uno dei massimi studiosi dei nuovi media e della rete.