Il Premio Strega a Francesco Piccolo, il reportage da Villa Giulia

Il Ninfeo di Villa Giulia incorona Francesco Piccolo vincitore della 68esima edizione del Premio Strega. Una vittoria più che annunciata, in fondo, secondo le voci che circolavano da tempo sui cinque finalisti. Piccolo ha vinto con “Il desiderio di essere come tutti” (Einaudi), un romanzo di formazione anomalo, rischioso, a metà tra l’autobiografia e il racconto della sinistra italiana. Durante le sei fasi di spoglio delle schede, l’autore e sceneggiatore casertano è sempre stato avanti a tutti gli altri, giocandosi la vittoria finale con “Il padre infedele” (Bompiani) di Antonio Scurati, arrivato secondo a una manciata di voti dal vincitore. Piccolo succede quindi a Walter Siti, trionfatore nel 2013 e presidente di seggio della serata romana. Già al terzo scrutinio la situazione era più che definita: Piccolo e Scurati avevano nettamente staccato gli altri tre finalisti (Giuseppe Catozzella con “Non dirmi che hai paura”, Antonella Cilento con “Lisario o il piacere infinito delle donne” e Francesco Pecoraro con “La vita in tempo di pace”) e si avviavano a un testa a testa all’ultimo voto. Poco dopo la mezzanotte, Francesco Piccolo ha avuto la conferma matematica che ormai ce l’aveva fatta. «Sono contentissimo. Non me l’aspettavo, anche se un po’ci speravo», racconta il vincitore a Cultura & Culture. «Mi sono detto ‘vediamo che succede’, ma non ho mai pensato che fosse scontato. E’ stata una vittoria dura, anche se a un certo punto non ho capito più niente! Così alla fine non ho neanche temuto troppo». D’altro canto, i dati di vendita dei libri finalisti parlavano chiaro. Nei giorni precedenti la serata finale, “Il desiderio di essere come tutti” aveva venduto più di 42mila copie, contro le 20mila di Catozzella e le 8200 di Scurati. Pecoraro si assestata a 4500 e la Cilento a 3800.

A incoronare l’autore campano sono accorsi in tanti, tantissimi. Il Ninfeo di Villa Giulia, consueta location di assegnazione del premio, ha visto la presenza di tutto il mondo culturale che conta, e non solo. Imprenditori, ingegneri, ambasciatori e industriali erano seduti ai tavoli posti al centro del grande giardino, assieme a figure di spicco del mondo politico. Presenti, tra gli altri, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, il sindaco di Roma, Ignazio Marino e l’assessore alla Cultura del comune di Urbino, Vittorio Sgarbi. Nutrita anche la lista dei giornalisti, tra cui il vice direttore vicario de “Il Giornale” Nicola Porro, il direttore di Rcs-Libri, Paolo Mieli, il conduttore de “La Zanzara”, Giuseppe Cruciani, e l’ex presentatore di “Mi manda Rai Tre”, Andrea Vianello. E ancora attori e attrici, critici d’arte, scrittori e pittori, giovani autori in cerca di visibilitàe rampolli dell’alta società romana. Una serata da “Grande Bellezza”, insomma, in cui Francesco Piccolo ha trovato la sua definitiva consacrazione.

 

Paolo Gresta

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