Seattle e il grunge, un binomio indissolubile. Se poi aggiungiamo la parola Nirvana, ecco che il triangolo si chiude. Loro, jeans strappati e camicia di flanella, sono la band che ha dato identità a uno stile che ha trovato ispirazione nel punk inglese, l’ha rielaborato e ha creato un genere musicale nuovo, espressione di un tempo, gli anni Ottanta, in cui l’America ha visto crescere sempre di più il divario tra le classi sociali. Oggi, in occasione del ventennale dall’uscita dello storico album dei Nirvana, “In Utero” (del 1993), e dalla scomparsa del leader Kurt Cobain (morto nel 1994), ONO Arte Contemporanea di Bologna promuove la prima mostra italiana dedicata al gruppo: “NIRVANA. Punk to the people”. Esposte fino al 31 gennaio 2014, infatti, le immagini di Charles Peterson, Kevin Mazur e Kirk Weddle: sessanta scatti che raccontano un periodo fervido e creativo, un mondo «libero – spiegano i promotori – dai condizionamenti dell’industria e che dal punk ha ereditato forse tutta la sua carica sovversiva ma che, mitigato dalla tradizione musicale americana, ha raggiunto derive più melodiche e pop».
Al centro del percorso, come si può immaginare, soprattutto la storia di una delle band più influenti degli anni Novanta. Una band che ha contribuito in modo determinante a creare quel mito di Seattle che ancora oggi permane. «Seattle – ha sentenziato Everett True, il giornalista che ha coniato il termine “grunge” – è la scena più eccitante prodotta da una singola città, come non accadeva dai tempi della Londra punk». È proprio qui che è andato in scena, infatti, il cambiamento e che l’etichetta indipendente “Sub Pop” ha deciso di sostenere gruppi del rango dei Mudhoney, dei Soundgarden e, naturalmente, dei Nirvana, cuore pulsante del movimento. Un movimento, però, «nichilista – riprendono gli organizzatori della mostra – che si è sviluppato sullo sfondo di una pressante crisi economica che negli anni Ottanta aveva messo in ginocchio la fiorente America, in quel tempo attanagliata dalla piaga dell’eroina e dell’AIDS».
Privi di punti di riferimento, circondati da un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da grandi multinazionali, i giovani del movimento cercano nuovi stili di vita, linguaggi, suoni. I Nirvana, nati per iniziativa di Kurt Cobain e Krist Novoselic nel 1987, danno voce a questa nuova generazione, vestono abiti no-logo e nel loro primo album, Bleach (1989), urlano il loro disagio: un disco che presenta sonorità aggressive che tanto devono al punk ma che non manca di proporre qualcosa di diverso, di nuovo. “About a girl” rivela, infatti, uno stile personale, più vicino al pop e che raggiungerà il suo apice in “Nevermind”, album che precede di soli tre anni il tragico epilogo della band: il 5 aprile del 1994, nella sua villa di Seattle, Kurt Cobain si toglie la vita all’età di 27 anni.
Scheda tecnica della mostra:
Ono Arte Contemporanea, Bologna
Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-21.30. Domenica: 16-21
Ingresso gratuito
Info: www.onoarte.com