Guardare non equivale a vedere. Tutti siamo capaci di vedere, pochi di guardare veramente oltrepassando il velo di Maya di cui parlava il filosofo Arthur Schopenhauer, oltre il quale c’è un mondo da conoscere. Scoprendo quel mondo accogliamo e amiamo veramente noi stessi.
Scopophilia significa “amare per il guardare” ed è il titolo di una mostra allestita a Roma, presso la Gagosian Gallery (via Francesco Crispi, 16). In esposizione, dal 21 marzo al 24 maggio 2014, i lavori della fotografa statunitense Nan Goldin in un percorso suggestivo e affascinante. La mostra consiste in uno slideshow di venticinque minuti, frutto di un lavoro portato avanti dalla fotografa nel 2010 presso il Louvre, dove ebbe la possibilità di fotografare le opere custodite nel prestigioso museo parigino, per farne uno studio su quelle che erano le sue ossessioni artistiche (il sesso, la violenza, il cambimento di genere).
Nan Goldin si rese conto che tutto quello che le passava per la mente era già stato riprodotto in secoli di Storia dell’Arte, attraverso storie, miti e leggende. Nello slideshow le foto realizzate al Louvre sono abbinate a immagini del suo repertorio, per un confronto/incontro tra ieri e oggi, tra quel che siamo, come umanità, e quel che eravamo. Un dialogo. Un momento di sintesi. Perché guardare vuol dire andare al di là amando quel che vediamo! La fotografa di Boston, che ha ricevuto anche premi e riconoscimenti, ha già esposto in prestigiosi musei e gallerie. La stessa Scopophilia è stata allestita già al Louvre, sebbene alcune composizione siano state ideate appositamente per Roma.
Per info: +39.06.4208.6498