Una mostra fotografica in corso a Roma racconta la terribile crisi umanitaria che ha colpito la regione di Sahel, la zona di transizione tra il deserto del Sahara a Nord e le Savane Subsahariane a sud, e l’azione di diversi attori umanitari per garantire alle popolazioni una via d’uscita allo stato di emergenza.
L’esposizione, in corso fino al 6 marzo 2013 presso lo Spazio Europa, è stata voluta dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) che hanno messo a disposizione una serie di scatti fotografici che ritraggono volti di donne e di madri che si mescolano a quanti lavorano per creare piccoli invasi capaci di trattenere l’acqua, l’oro blu di una terra arsa dalla siccità e percorsa da mezzi di trasporto carichi di cibo destinati a chi ha perso tutto.
La crisi del 2012, la terza in poco meno di dieci anni, ha attraversato tutta la fascia saheliana – Mali, Niger, Burkina Faso, Senegal, Ciad, Camerun, Mauritania – acuendo i problemi della povertà e della malnutrizione e mobilitando la comunità internazionale.
Grazie ad una risposta coordinata tra il WFP – l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare – la Commissione europea (attraverso le sue Direzioni Generali di ECHO e DEVCO) e numerosi attori umanitari, un ampio intervento ha raggiunto circa 10 milioni di persone nel Sahel nell’anno appena trascorso. Ma molto rimane ancora da fare per rompere la spirale di povertà e malnutrizione che avvolge 19 milioni di persone.
La mostra fotografica è stata inaugurata ieri in concomitanza con uno speciale evento sul Sahel, ospitato dal WFP a cui partecipano i capi delle agenzie onusiane e i soggetti umanitari che hanno contribuito a consolidare una risposta efficace alla crisi nel Sahel. Tra questi, oltre al Direttore del WFP, Ertharin Cousin, e all’Inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel, Romano Prodi, hanno presenziato anche la Commissaria europea per la Cooperazione internazionale, gli Aiuti umanitari e la Risposta alle Crisi, Kristalina Georgieva.