E’ possibile scegliere il proprio futuro partendo dall’ambiente? Per rispondere a questa domanda faccio un esempio molto semplice. Il neonato nasce con la possibilità di sviluppare determinate abilità che però, se non vengono adeguatamente stimolate, restano in uno stato pressoché embrionale e latente, come si evince da un importante studio denominato The Early Catastrophe. La ricerca scientifica pediatrica è concorde nel ritenere che l’ambiente sia determinante per lo sviluppo cognitivo del bambino, forse più dei geni.
L’ambiente condiziona anche la nostra salute e ci plasma più di quanto crediamo. Quindi, sì! E` possibile scegliere il futuro partendo dall’ambiente, inteso come spazio circostante considerato in tutte le sue caratteristiche (sociali, culturali, naturali). Ne sono perfettamente consapevoli anche Christiana Figueres e Tom Rivett-Carnac che nel libro Scegliere il futuro spiegano come affrontare la crisi climatica, con ostinato ottimismo, cambiando prima di tutto mentalità.
Scegliere il futuro: il libro sulla crisi climatica
Cristiana Figueres è una delle massime esperte sul cambiamento climatico. Ha coordinato come direttrice i lavori dello storico accordo di Parigi del 2015. Tom Rivett-Carnac è invece esperto di diplomazia internazionale, politiche energetiche e cambiamento climatico. Il loro libro, che è pubblicato in Italia da edizioni Tlon, è il risultato di una lunga esperienza sul campo, fatta di delusioni, sconfitte, promesse mancate e vittorie impensabili ma è anche uno spaccato su uno dei problemi più impellenti che l’umanità è costretta a risolvere da subito.
«Negli ultimi cinquant’anni abbiamo gravemente compromesso l’integrità ambientale della nostra Biglia Blu e messo a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza», si legge nel libro. E questo perché «gli stili di vita post rivoluzione industriale hanno causato danni enormi a tutti i sistemi naturali». I responsabili sono l’uso sfrenato di combustibili fossili e una vasta opera di deforestazione che stanno causando «eventi metereologici estremi di crescente frequenza e intensità in tutto il mondo». Cosa sta accadendo viene spiegato in questo volume in maniera esaustiva. Metà delle foreste tropicali sono state disboscate, mentre negli ultimi cinquant’anni la popolazione dei mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi è diminuita del 60 per cento. Lo scioglimento dei ghiacciai, poi, ha causato un innalzamento del livello del mare di oltre 20 centimetri. Siamo così passati dall’epoca «benevola» dell’Olocene, che si è protratta per dodicimila anni, all’epoca dell’Antropocene, che è una «nuova era geologica in cui le condizioni biogeochimiche sono determinate dalle attività umane e non dai processi naturali».
Con gli accordi di Parigi i 184 Paesi partecipanti si sono impegnati a limitare il surriscaldamento rimanendo al di sotto dei due gradi. Christiana Figueres e Tom Rivett-Carnac nella prima parte del libro delineano due possibili scenari nel 2050. Nel primo – che è apocalittico – si descrive cosa potrebbe accadere al pianeta e all’umanità se gli Stati non dovessero rispettare gli accordi. Nel secondo scenario – che è molto più rassicurante e le condizioni di vita sono di gran lunga migliori – si parte dal presupposto che i Paesi dal 2020 abbiano dimezzato le emissioni di CO2 regolarmente ogni decennio. Sono due ipotetiche situazioni, con due possibili conseguenze. Tocca a noi decidere cosa vogliamo creare e da che parte stare. Ma per farlo, sostengono gli autori, bisogna partire dall’atteggiamento dei singoli attraverso tre tipi di mentalità che vengono esposte nella seconda parte del volume e sono: l’ostinato ottimismo, l’abbondanza infinita e la rigenerazione radicale.
«Non possiamo più permetterci di dare per scontato che affrontare il cambiamento climatico sia una responsabilità esclusiva dei governi nazionali e locali, delle aziende o dei singoli individui. Questa è una missione che riguarda tutte e tutti, in ogni parte del mondo, e ognuno di noi deve assumersene la responsabilità sia individualmente che collettivamente».
Secondo gli autori, cambiare mentalità è fondamentale ma non è sufficiente se non c’è l’azione. Nella terza parte del libro vengono quindi esposte le dieci azioni da fare subito. Tra questa c’è la ricerca e la difesa della verità, il considerarsi cittadini e non consumatori, l’abbandono dei combustibili fossili, investire su un’economia sostenibile, usare la tecnologia responsabilmente, costruire la parità di genere e impegnarsi politicamente. Il cambiamento parte dal basso e dalle donne che – scrivono Christiana Figueres e Tom Rivett-Carnac – sono più sensibili a questi temi. E’ infatti dimostrato che le nazioni con una maggiore presenza femminile nelle posizioni apicali hanno un impatto climatico minore. Tra le altre azioni c’è anche piantare gli alberi che sono creature indispensabili per la vita.
Insomma Scegliere il futuro è un libro che prevede un’interiorizzazione dei concetti esposti e una pratica costante, senza la quale non ci sarà possibilità di scelta. Trovi il libro qui Maria Ianniciello