L’uscita del Batman di Nolan ha scatenato il dibattito sull’eroe oscuro. Lo show di Clint Eastwood alla convention repubblicana ha rinnovato lo scandalo dell’Ispettore Callaghan. Da Batman a Kung Fu Panda, una riflessione su una nuova maschera dell’eroe in un libro su filosofia, cinema e immaginario collettivo. Una provocazione politica, estetica, etica. Una riflessione scandalosa sul nostro immaginario. Da metà settembre è in libreria il nuovo saggio di Simone Regazzoni, Sfortunato il paese che non ha eroi. Etica dell’eroismo (Ponte Delle Grazie, pp. 115, Euro 10,00), che sarà presentato alla Libreria Feltrinelli a Milano il 27 settembre 2012.
Perché scrivere un libro di etica dell’eroismo a partire da Clint Eastwood? Per provare ad aprire un dibattito critico sulla cultura egemone a sinistra in questi anni. Che il nome di un pericoloso connubio di Morale e Legge ha prodotto un vero e proprio ritorno all’ordine culturale, insopportabilmente noioso nella teoria e irrimediabilmente disastroso nella prassi. Si tratta di sovvertire quest’ordine a partire dagli spunti più libertari e innovatori presenti in alcune icone che della cultura di massa. A partire proprio dal mitico Dirty Harry Callaghan. Oggi la sinistra ha più bisogno di Eastwood che non della retorica del bene comune.
Perché scrivere, oggi, un libro sull’eroismo? Perché, diciamoci la verità, ci siamo trasformati in una “generazione di femminucce”. Parola di Clint Eastwood. Domanda: ma di quale eroismo stiamo parlando? Risposta: di un nuovo tipo di eroismo. Un eroismo senza una Causa per cui combattere, che non chiede sacrifici per il bene comune, il bene dell’altro, la patria, l’umanità intera. Un eroismo in cui occorre mettere in gioco una sola Cosa: il proprio singolarissimo godimento – sfidando pregiudizi, buone maniere, regole, norme sociali. In altri termini: la Legge. Compito dell’etica dell’eroismo: fare fuori l’idiota della morale, ligio alla Legge e al dovere.