Aosta- Il neorealismo: nelle parole di Pier Paolo Pasolini; nel cinema con Fellini e De Sica; nella pittura Renato Gattuso.
La mostra, iniziata il 27 marzo, resterà aperta al pubblico fino al 22 settembre al Museo Archeologico Regionale.
La storia; il tempo che passa. Cinquanta opere: dalle Nature morte del 1930 ai Partigiana assassinata del 1954, fino a giungere al Bambino sul mostro 1966, e al Comizio di quartiere 1975.
I curatori- Flaminio Gualdoni e Franco Calarota.
“La storia può essere continuità, non rottura…riportando l’uomo al centro dell’arte” scrive Gualdoni nell’introduzione del catalogo realizzato per la mostra.
Gattuso, vuole recuperare il senso dell’arte post-guerra. L’arte che racconta, illustra, coinvolga ed esprima la vita sociale e politica della madre patria. Testimone del proprio tempo, comunista. Arrivare a fare arte in totale libertà, non senza però aver allacciato un dialogo polemico con Pablo Picasso e il suo modo di fare arte.
Per Gattuso l’arte non deve rimanere anonima e tale bensì far rivivere la realtà, la vita di tutti i giorni con i relativi oggetti quotidiani, dello spettatore sulla sue tele.
Info:
Orari: martedì – domenica dalle 10 alle 18
Chiusura: lunedì
Telefono: 0165. 74401