E’ un anniversario molto importante quello di Bar Sport, il libro di Stefano Benni. Il celebre scrittore che ha trovato successo negli anni ’70, torna nelle librerie per Feltrinelli con una ri-edizione del suo lavoro più celebre per festeggiare 40 anni di successi e riconoscimenti. Anche se l’autore nel corso del tempo ha abbandonato i toni umoristici e goliardici del libro, viene comunque ricordato per il suo Bar Sport, un luogo nato quasi per scherzo che è diventato poi simbolo per una generazione (anche quella meno giovane). La ri-edizione si compone di una prefazione scritta proprio dall’autore con annessa copertina inedita e un formato che possa essere adattato anche per i più moderni apparecchi elettronici in modo tale da permettere, anche ai ‘reader-addicted’, di poter apprezzare uno fra i libri più celebri della nostra modernità. A distanza di anni il fascino del libro è immutato dato che si dimostra essere ancora oggi un racconto disinibito sulla società di oggi.
Anche se nel 1997 il Bar Sport ha avuto un sequel e recentemente i suoi racconti sono stati adattati in un lungometraggio con Claudio Bisio, il racconto di Stefano Benni è dissacrante come lo era nel 1976. “[…] il Bar Sport era un luogo non solo di cori e risate, ma anche di attenzione e silenzio. Il silenzio necessario per raccontare e ascoltare. Oggi il silenzio terrorizza, o vive incarcerato nelle cuffie[…]”. Per un autore che è cresciuto negli anni di piombo, soprattutto per un ragazzo (non più giovanissimo) che ha toccato con mano i grandi cambiamenti sociali e culturali degli anni ’70, scrivere un libro di questa portata non è assolutamente un’impresa facile. Forse proprio nella sagacia e nella sconsideratezza di Benni, si ritrova la forza di Bar Sport. Caso editoriale all’epoca, successo e fenomeno di costume ora, tanto è vero che questa nuova edizione, pubblicata per mano della Feltrinelli, vuole essere un regalo ai fan del libro ma anche un riconoscimento all’autore stresso che, con tanta caparbietà, ha seguito i suoi sogni fino a concretizzarli con successo. Il libro in questione si legge tutto d’un fiato, perché non solo è tascabile nella sua lunghezza, ma perché ha uno stile unico, scorrevole e tante battute sagaci che più volte strappano una sonora risata. Bar Sport è un racconto a episodi (come verrebbe chiamato oggi), un saggio umoristico sulla realtà degli anni ’70, non tanto diversa da quella che stiamo vedendo ora, un luogo virtuale nel quale si snodano storie di vita vissuta, si ascoltano aneddoti, e si sogna un mondo migliore. “[…] Al Bar Sport non si mangia mai. C’è una bacheca con delle paste ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’antiquariato. […]”. Il vero protagonista è il Bar, un non luogo, un posto quasi fuori dal mondo, un escamotage narrativo per permettere di presentare, in una cornice di grande comunione, tutti i personaggi della vicenda. Personaggi questi pieni di cliché, stereotipati, eppure la loro bellezza la si trova proprio in questa caratteristica, perché speculari alla realtà.
Inconsapevolmente il Bar Sport è come se diventasse una seconda casa, tutto è al suo posto, tutto è familiare; dal telefono al gettoni, al flipper, fino alla mitica ‘Luisona’, la brioche stantia che nessuno acquisterà, ma il Bar Sport è anche il carabiniere un po’ svampito, il ragioniere innamorato della cassiera, il lavapiatti dai grandi sogni e così via. “[…] La spalla del barista era il Cinno, ovvero il ragazzo del bar altrimenti detto il fattorino. Ha una bella faccia rosa bombar bada di brufoli e vive in simbiosi con la sua bicicletta, la bicicletta del Cinno […]”. L’Italia tutta è racchiusa in questo microcosmo e, anche se orami l’essenza stessa di ‘Bar’ e il suo significato è cambiata, il libro rimane comunque una lettura di cuore, di spirito e di pancia. Per le nuove generazioni sarà l’occasione giusta per assaporare gli usi e costumi di un tempo che sono svaniti come una nuvola di fumo; per i cinquantenni di oggi, rileggere nel 2016 il Bar Sport di Stefano Benni (e la sua malinconica introduzione), sarà come tornare indietro nel tempo. E’ un libro nostalgico ma ancora attualismo per le battute, per la satira e per quell’analisi dissipata e veritiera dell’italiota di oggi. 40 anni e non sentirli e benché l’autore nelle sue pubblicazioni successive ha cambiato stile e registro, il Bar Sport rimane il suo primo e unico amore, e quindi quest’importante compleanno va festeggiato, solo per ricordare che la società si è evoluta, è migliorata ma si sono persi i veri principi.