L’hanno dipinto come un genio, un pensatore, un mago del marketing, ma era anche egocentrico, nevrotico, vendicativo, maleducato. Lui è Steve Jobs. Hanno cercato di spiegarne il carattere e le idee partendo dalla biografia – l’adozione, la Silicon Valley, la scoperta dello zen – ma si è detto poco dei motivi per i quali i suoi prodotti hanno funzionato e quasi nulla di quelli che hanno fatto flop. Partendo da testimonianze, interviste, monografie, documentari e tutta l’immensa mole di materiale che Steve Jobs e chi l’ha conosciuto e ha lavorato con lui ha lasciato in tutti in questi anni, Federica Bono, nel suo libro edito da Dalai editori, ricostruisce, con le parole dei protagonisti, pregi e difetti, idee ed eccessi dell’uomo che, morendo, ci ha fatto capire quanto tecnologica sia la nostra epoca. Tra controcultura, computer, amici, avversari, incontri, insulti, discorsi, effetti collaterali e tutti gli altri temi utili a sintetizzare un’avventura umana e imprenditoriale impareggiabile.
Federico Bona, giornalista, milanese, si occupa di tecnologia da dodici anni. È stato a lungo vicedirettore del mensile hi-tech «Jack», per il quale si occupa tuttora di e-book, e collabora con diverse testate, radio e tv. Ha un Mac dal 1990.