La geografia incide sui comportamenti collettivi ma fino a che punto sia determinante è difficile stabilirlo. Sicuramente la topografia di un paese o di una città determina anche il carattere degli abitanti. Ho fatto queste considerazioni leggendo il libro di Franco Angrisano, Anni Ruggenti. Storia, cronaca e racconti del calcio epico grottese (Per Versi editore).
Grottaminarda è una cittadina della provincia di Avellino. Situato nella Valle dell’Ufita, su un territorio prevalentemente collinare, questo paese ha subito le influenze di chi lo attraversava senza però mai esserne risucchiato. Lo spirito grottese, per sua natura selvaggio e irruento, è rimasto sempre immutato, soprattutto quando si affrontano temi ostici, che già di per sé in Italia creano dibattito, come la politica e lo sport.
In Anni Ruggenti si evincono aneddoti del calcio grottese e irpino che sicuramente gli amanti di questo sport sapranno apprezzare. Franco Angrisano in questo volume ha ripercorso i cento anni del calcio grottese con eleganza e meticolosità, avvalendosi di fonti orali e soprattutto scritte, come gli articoli dei giornali locali che ha ritrovato nelle emeroteche campane. Angrisano si è soffermato, quindi, sui tanti protagonisti del calcio grottese, come Vincenzo Assanti, Tonino Landi, Luigi Remondelli, Giuseppe Iacoviello, Ciccio Lazzaruolo, Angelo De Placido, Vincenzo De Luca (solo per citarne alcuni), ricordando il celebre Bar Spagnuolo dove i grottesi si riunivano per discutere.
L’autore è partito dalle radici, ovvero dagli anni Trenta, quando nacque la prima squadra di calcio, per arrivare ai nostri giorni passando per l’indimenticabile partita contro la Nocerina. Anni Ruggenti è una valida fonte di storia sportiva (e non solo) locale. Il libro si apre con la nota di Michele Spinapolice, consigliere delegato allo Sport del Comune di Grottaminarda. Segue la prefazione di Norberto Vitale, giornalista Ansa nonché direttore di Telenostra e Prima Tv. Il volume sarà presentato il 26 agosto 2023, alle 18.30, presso i giardini pensili del Castello d’Aquino.