Pittura e scrittura si incontrano nel nuovo spazio espositivo di Torino, ossia lo Spazio Don Chisciotte di via della Rocca 37. “Pittoriscrittori” è infatti il titolo della mostra che sino al 22 di giugno raccoglie una ventina di opere realizzate da alcuni dei protagonisti del Novecento, personalità di spicco che nel corso della loro vita si sono cimentati contemporaneamente nella pittura e nella letteratura. Si tratta, nello specifico, di Luigi Bartolini, Dino Buzzati, Italo Cremona,Filippo de Pisis, Albino Galvano, Mario Lattes, Carlo Levi, Alberto Savinio e Emilio Tadini.
Ma accanto all’eccezionalità dell’evento, attenzione merita anche il nuovo spazio torinese, il cui nome richiama subito alla nostra mente un’altra galleria espositiva, sorta nella capitale nel 1962 per volontà di Giuliano De Marsanich, cugino di Alberto Moravia. In quell’occasione, per inaugurare il primo “Spazio Don Chisciotte”, venne organizzata una mostra interamente dedicata a Mario Lattes, artista che riuscì a esprimere la sua creatività sia attraverso la pittura che la scrittura. Ed è così che la moglie di Lattes, Cateruna Bottari Lattes, oggi decide di dare vita a un nuovo luogo espositivo, inaugurato proprio con una rassegna dedicata a coloro che, esattamente come il marito, hanno trovato ispirazione in entrambe queste forme espressive.
Curata da Vincenzo Gatti, la mostra è stata realizzata da Spazio Don Chisciotte in collaborazione con la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba e accanto alle opere esposte proporrà una serie di incontri tematici dedicati ai nove artisti selezionali e tenuti da critici d’arte, critici letterari e scrittori.
«L’esposizione – spiegano i promotori – raccoglie personalità di area torinese come Cremona, Galvano, Lattes e Levi, accanto a protagonisti storici della ricerca artistica del Novecento, come Savinio e de Pisis. In tempi più vicini si colloca l’opera del milanese Tadini, mentre con Bartolini e Buzzati ci si trova di fronte a individualità del tutto originali: Bartolini, incisore tra i più grandi del secolo scorso, acceso polemista e umoroso scrittore, e Buzzati, il grande visionario della letteratura, che diceva: “…Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa…”».
«Che cosa accomuna – domanda Bruno Quaranta nella sua introduzione al catalogo della mostra – Mario Lattes e Carlo Levi, Dino Buzzati e Albino, Galvano, Italo Cremona e Luigi Bartolini, Alberto Savinio e Emilio Tadini e Filippo De Pisis qui adunati? L’essere pittori e scrittori, indissolubilmente, esibendo una sola carta d’identità. Lo stesso Montale, sospeso fra accordi e pastelli, preoccupato di distinguere fra primo e secondo mestiere, infine comporrà ad unità e l’uno e l’altro, benedicendo il secondo, ed eventualmente il terzo, che consentono di salvare la dignità della poesia, non riducendola a merce, tutelandone la libera, liberissima manifestazione».
Tra le opere in mostra segnaliamo “La fragile conchiglia” (1936) di Luigi Bartolini, “Il Babau” (1967) di Dino Buzzati, “Vittoria sul cavallo di gesso” (1939) di Italo Cremona, “Vaso di Fiori” (1944) di Filippo de Pisis, “Calligramma” (1960) di Albino Galvano, “Biblioteca” (1991) di Mario Lattes, “Il fratello” (1926) di Carlo Levi, “Prometeo” (1929) di Alberto Savinio e “Museo dell’uomo” (1974) di Emilio Tadini.