L’Africa Mediterranea e il Medio Oriente hanno affascinato, dal periodo Napoleonico in poi, gli occidentali, tanto che molti sono stati i fotografi che hanno immortalato paesaggi e persone di quei posti esotici e misteriosi. Si calcola infatti che negli anni tra il 1869 e il 1900 al Cairo c’erano oltre 250 viaggiatori, artisti, archeologi e studiosi, fra i quali 100 francesi. La produzione commerciale visse così un vero e proprio decollo, conquistandosi una clientela turistica che approdò sulle terre orientali fin dagli anni Sessanta dell’Ottocento; dall’apertura del Canale di Suez, nel 1869, l’Egitto divenne così una meta prediletta per tutti i viaggiatori. Émile Béchard aprì uno studio fotografico al Cairo dal 1869 al 1873 in via Mousky nel quartiere dell’Ezbekiya, dove visse fino al 1880. Il suo cognome viene di frequente associato a quello di un altro fotografo francese, Hippolyte Délié, e le stampe vengono spesso firmate Béchard, E. Béchard oppure H. Béchard. Quest’ultima firma ha indotto più storici della fotografia adipotizzare l’esistenza di un altro fotografo, un presunto Henri Béchard. Si deve invece al fratello Hippolyte, che non lavorò mai in Egitto, l’ampia diffusione delle opere fotografiche di Émile; divulgazione che consentirà a quest’ultimo di essere insignito della medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi nel 1889 per il lavoro “L’Égypte et la Nubie: grand album monumental, historique, architectural”. Le foto di Émile Béchard sono le protagoniste di una mostra che si è aperta a Firenze il 6 giugno scorso e che è curata da Francesca Fiorelli. La location è il Museo di Casa Martelli. Il percorso espositivo è costituito da 24 ritratti di vita quotidiana che furono acquistati in Terra Santa da Carlo Martelli (1850-1945) durante il suo viaggio in Terra Santa, fatto in compagnia di un gruppo di amici fiorentini. La carovana partì da Livorno il 26 di agosto e rientrò in Italia il 24 ottobre 1879, toccando Alessandria, vera porta d’Egitto, e il Cairo, Porto Said, Jaffa, fino a raggiungere le agognate mete dei luoghi santi, fra cui Gerusalemme, Betlemme, Emmaus e il Mar Morto, il lago di Tiberiade, Nazaret, e infine, a conclusione, Damasco e Beirut, da dove rientrò via mare ad Alessandria. Il giovane Carlo, affascinato dai colori, le luci, i costumi delle popolazioni, rivisse con grande attenzione e interesse l’esperienza comune ai viaggiatori, ai pittori e non ultimi ai fotografi, che avevano cercato, con sensibilità e aiuti tecnici di catturarli.
L’esposizione dal titolo “Viaggio in Oriente. Fotografie dall’Africa a Casa Martelli” – visibile ogni giovedì dalle 14 alle 19 e ogni sabato dalle 9 alle 14 – resterà aperta fino all’11 luglio, e poi ancora dal 5 settembre al 7 novembre prossimi.